
La Sapienza, la minaccia choc dei collettivi rossi agli studenti di destra: "Uccidere un fascista non è reato"

Ripetute minacce di morte ai militanti studenteschi di destra. Siamo alle solite: per i collettivi rossi, vale tutto. Anche impedire con la forza che l'avversario politico eserciti i suoi diritti. Ma nella facoltà di Statistica dell'Università La Sapienza si è superato un limite preoccupante. Cosa è successo? Alcuni membri di Azione Universitaria si stavano organizzando per fare una raccolta firme. Fin qui, niente di strano. Ma, a un certo punto, i facinorosi di sinistra hanno cominciato a minacciare i ragazzi di destra con i cori "uccidere un fascista non è un reato" e lanciandone altri come "siamo tutti antifascisti". L'obiettivo era chiaro: provocare una reazione violenta da parte di Au, cosa che non è accaduta.
I collettivi rossi sono poi passati all'azione, ribaltando il banchetto e cercando di sottrarre i volantini e la bandiera dei ragazzi di destra. Come riporta il Secolo d'Italia, gli agenti della Digos sono intervenuti per dividere i due gruppi. “Stavolta però gli antagonisti non sono riusciti a sottrarre il nostro materiale, siamo riusciti a tenerlo con noi senza indietreggiare”, ha spiegato Luca Tallarico, presidente di Azione universitaria sapienza: “Dopo le provocazioni fisiche, i militanti di sinistra hanno fatto anche cadere a terra un ragazzo che si trovava sul posto”. “Vogliamo che vengano chiariti i rapporti tra le liste dei collettivi che cercano di bloccare il dibattito e quelle del centrosinistra. Dagli ultimi ci aspettiamo una ferma condanna per quanto accaduto”.
La Sapienza: l'aggressione violenta dei collettivi rossi
“Quanto accaduto ricorda le violenze e prevaricazioni dell’antifascismo militante durante le scorse elezioni studentesche, nel mese di novembre e in molte altre occasioni” ha ricordato il presidente di Au, Luca Tallarico in una nota. “Chiediamo pertanto una ferma condanna da parte degli organi di ateneo e ci aspettiamo una condanna unanime delle associazioni studentesche della Sapienza: il clima violento, da emuli incoscienti degli anni ‘70, volto a silenziare con la violenza chi non la pensa come loro, non deve avere più spazio nella nostra università”, conclude il comunicato stampa.
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