Cerca
Cerca
+

Yahya Sinwar, la Sapienza rifiuta di omaggiare il tagliagole: un applauso all'ateneo

Francesco Storace
  • a
  • a
  • a

Applausi alla Sapienza. La decisione – che è coraggiosa – è di sbarrare le porte alla presentazione del libro di Yahya Sinwar “Le Spine e il Garofano” a cura del Movimento degli studenti palestinesi, prevista per il prossimo 5 marzo. Portare all’Università di Roma l’esaltazione dell’ideatore del 7 ottobre era davvero una pessima idea. La revoca della concessione dell’iniziativa sottolinea che si è compreso un pericolo, ha sottolineato Noemi Di Segni, presidente dell’Unione della comunità ebraiche italiane: «Lucidità e coerenza della Sapienza e della Rettrice Polimeni, per nulla scontate. Resta la sfida dentro gli atenei di arginare boicottaggio, distorsione e forme di dialettica finalizzate a diffondere l’odio o l’incitamento al terrore. E rimane da capire chi li finanzia e chi li sostiene».

Decisione saggia, anche per contrastare quella tendenza a trasformare le università italiane in covi di centri sociali e collettivi «sempre pronti a far spuntare la bandiera palestinese con annessa glorificazione dei terroristi di Hamas», come ha denunciato il sito “La Voce del Patriota”. Il 5 marzo, dunque, non si terrà più, nel dipartimento di Fisica, la presentazione del libro “Le Spine e il Garofano”, al quale avrebbero partecipato l’editore Davide Piccardo e l’attivista del movimento degli studenti palestinesi in Italia Maya Issa. Con l’evidente volontà di provocare il solito vespaio di polemiche a senso unico. Ma l’autore del libro era appunto Yahya Sinwar, una delle menti più attive nelle fazioni di Hamas, l’uomo che ha ideato e organizzato il cosiddetto diluvio Al-Aqsa del 7 ottobre del 2023, dove morirono migliaia di giovani ebrei. In più, a editare il libro è stata una casa editrice vicina al portale filo-musulmano “La Luce”, legata a sua volta all’Unione delle Comunità Islamiche d’Italia e che non hai mai preso fermamente le distanze dal terrorismo palestinese.

 

 

Il che ha portato anche autorevoli dirigenti di Fdi a sollecitare le autorità accademiche a proposito dell’evento. Per l’on. Donzelli, «la più grande università italiana ed europea» stava per ospitare una iniziativa «per commemorare il sanguinario terrorista ucciso nei giorni successivi agli attentati». Per fortuna, i vari appelli non sono caduti nel vuoto, ma sono stati ascoltati e la presentazione del libro è stata annullata. E apprezzamento all’ateneo è stato espresso da Sara Kelany, deputata di Fratelli d’Italia: «Gli stessi collettivi di sinistra che hanno chiuso le porte della Sapienza a Papa Benedetto XVI o più di recente ad esponenti di Fratelli d’Italia, ad opinionisti come Daniele Capezzone e al giornalista David Parenzo, accusato di essere un “sionista”, la prossima settimana avrebbero voluto ospitare alla facoltà di Fisica la presentazione del libro di Yahya Sinwar». Questo convegno «sarebbe stato un insulto alle vittime oltre che un’apologia spudorata del fondamentalismo, un insulto alla vita, inaccostabile alla parola Pace. Bene che la Sapienza lo abbia vietato».

Ovviamente, è partito anche il pianto degli organizzatori – gli “studenti palestinesi” - contro “la censura sionista”. E ancora: «La presidente della Comunità Ebraica italiana chiama e l’Università Sapienza risponde censurando un dibattito in quello che dovrebbe essere il tempio del confronto e della libertà d’espressione». Per costoro sarebbe stato normale esaltare proprio in quel tempio un terrorista conclamato. Ma non se ne sentiva davvero il bisogno e finalmente si è compreso ciò che si può fare e ciò che non si deve mai fare. All’università meglio le lezioni che le prediche islamiche.

 

 

 

Dai blog