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Papa Francesco, perché il "dopo" sarà un Vietnam: 138 perfetti sconosciuti (e quei due italiani)

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Quale futuro dopo Papa Francesco? Da quando il Pontefice è ricoverato al Gemelli, non hanno fatto altro che rincorrersi voci sul suo possibile successore al Vaticano. In realtà, però, non sarebbero in corso delle grandi manovre per il post-Bergoglio. E il motivo, come spiega il Giornale, è molto semplice: i cardinali elettori, 138, sono quasi tutti nelle loro sedi e per questo al momento non avrebbero nemmeno l’opportunità di sondare altre eminenze. A questo si aggiunge il fatto che i 138 fra loro si conoscono poco o proprio per nulla. Nonostante questo, ci sarebbe un blocco piuttosto compatto, quello delle 16 eminenze del Nord America cui potrebbero sommarsi i 4 del Centro America.

Nonostante questo, alcuni nomi sarebbero già spuntati fuori. Tra questi c'è quello di Pierbattista Pizzaballa, francescano e patriarca di Gerusalemme dei Latini. Bergamasco, è stato a lungo in Medioriente e non può essere catalogato né come progressista né come conservatore. Se venisse scelto lui come successore di Bergoglio, potrebbe interpretare la linea dell'innovazione all'interno del Vaticano. 

 

 

 

Per i progressisti, invece, un punto di riferimento è rappresentato da un altro italiano, l'arcivescovo di Bologna Matteo Zuppi. Anche nel suo caso, però, si parla al momento solo di un'ipotesi. Quando arriverà il momento di eleggere il prossimo Papa, saranno decisive le riunioni, riservate, tra gli elettori. Proprio come accadde quando Benedetto XVI si dimise. In quell'occasione emerse su tutte la personalità di Bergoglio, che alla fine la spuntò su Scola.

 

 

 

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