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Papa Francesco, le indiscrezioni di Matteo Bassetti: "La risposta a un insulto infettivo"

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"Il quadro clinico del Papa mi pare in linea con una sepsi, che è la risposta infiammatoria del nostro organismo a un insulto infettivo come quello che ha avuto con l’infezione ai polmoni importante. La sepsi può riguardare più organi come i reni, infatti il bollettino" della sala stampa vaticana "ha parlato di una lieve insufficienza renale, o i polmoni. Poi le trasfusioni e la piastrinopenia potrebbero essere legate alle terapie antibiotiche che sta facendo, alcune abbassano in maniera importante il valore delle piastrine". Lo afferma all’Adnkronos Salute Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive dell’ospedale policlinico San Martino di Genova.

Sergio Alfieri, il chirurgo del Gemelli che segue il Papa dal ricovero, durante il punto stampa di venerdì scorso aveva sottolineano che "il vero rischio è la sepsi" e aveva aggiunto che "se, malauguratamente, nonostante tutte le terapie e dosandole con bassissimi livelli di cortisone, uno dei germi dovesse passare nel sangue, qualsiasi paziente avrebbe una sepsi. E da una sepsi, alla sua età, potrebbe essere difficile uscirne. Il vero rischio è che questi germi passino nel sangue. Per ora l’infezione è contenuta, ma è presto". "Mi auguro che la terapia scelta sia delle migliori possibili - prosegue Basetti - la terapia antibiotica oggi se fatta appropriatamente riesce a migliorare la prognosi dei pazienti in modo significativo. Certamente - osserva - il fatto che le cose non vadano bene dopo diversi giorni dovrebbe forse far pensare che andrebbe rivalutato il trattamento, mi auguro che all’interno del team che segue il Santo Padre ci siano esperti di terapia antibiotica".

 

 

Il fatto che mangi autonomamente o che si alzi sono di per sé segnali incoraggianti? O in quel quadro clinico sono normali? "Il fatto che mangi e sia cosciente è positivo, ma si può star male lo stesso. Non è che se un paziente mangia certamente starà meglio. È un particolare importante, come che sia vigile o orientato, ma i danni agli organi non si vedono se uno mangia o meno", conclude l’infettivologo.

 

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