Papa Francesco, il medico internista: "Perché la situazione è critica"

lunedì 24 febbraio 2025
Papa Francesco, il medico internista: "Perché la situazione è critica"
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"La situazione è critica vista l'età e le patologie precedenti del Santo Padre": Giorgio Sesti, docente di Medicina interna all'università Sapienza di Roma, lo ha detto all'Adnkronos Salute, analizzando le condizioni di Papa Francesco, ricoverato al Gemelli per una polmonite bilaterale dallo scorso 14 febbraio, in base ai dati comunicati dai bollettini medici. Secondo lui, Bergoglio "è attualmente un paziente critico, non fuori pericolo". Per questo "la prognosi resta riservata. Non si può dire, per esempio, 'servono altri 10 giorni di cura'. Non lo sappiamo, dobbiamo attendere. Anche perché le terapie antibiotiche, che sono mirate ai diversi germi isolati, hanno bisogno di un certo tempo per agire. Occorre dare tempo a questi farmaci. Tutto è infatti partito dall'infezione dei polmoni che, in forma grave, può scompensare gli altri organi".

La polmonite di Bergoglio - ha spiegato Sesti - "è stata prodotta da diversi batteri che richiedono un trattamento specifico. Sicuramente, infatti, sarà stata fatta una coltura dei batteri, con antibiogramma, per una terapia mirata. Non conosciamo l'estensione della polmonite, ma per indurre uno stato di insufficienza respiratoria acuta, che ha richiesto l'ossigeno ad alti flussi, evidentemente c'è una compromissione polmonare importante". Secondo lui, poi, è da escludere che il Pontefice abbia una sepsi, ovvero un'infezione generalizzata, dal momento che si presenta "lucido, collaborante e dialogante". Sull'insufficienza renale invece ha evidenziato: "Ovviamente quando si complicano queste situazioni, che hanno un quadro infiammatorio importante, può esserci una riduzione della funzione renale ed è quello che è successo al Santo Padre. Questo, probabilmente, anche perché si è ridotto l'introito di liquidi, anche con la ventilazione è possibile, ma questo elemento è sotto controllo".

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Infine, il problema dell'anemia, per cui sono state fatte delle trasfusioni: "Una volta che viene rimpiazzato il sangue si ha un'ossigenazione normale. Ed è importante sia per l'aspetto polmonare, perché il sangue e i globuli rossi sono quelli che ricevono l'ossigeno e lo trasportano ai tessuti, sia a livello generale sia a livello cardiaco, perché la riduzione dell'emoglobina (e un'anemizzazione) comporta una scarsa ossigenazione del cuore. Rimpiazzando tempestivamente l'ossigeno, si evitano ulteriori complicanze".

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