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"La rottura del collo": bimba sbranata dal pitbull, svolta inaspettata nelle indagini

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Alessandro Dell'Orto
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Una bimba di solo nove mesi (Giulia) morta, un pitbull di 25 kg (Tyson) sospettato di averla sbranata, un padre (Vincenzo) indagato per omicidio colposo e omesso controllo, ma anche le telecamere di sorveglianza, l’hashish, i sorprendenti esami veterinari, un’ora e mezza di mistero, il microchip, le accuse e qualche bugia. La tragedia che sabato scorso ha scosso Acerra, comune di 60 mila abitanti vicino Napoli, assume sempre più i contorni del giallo perché sono ancora molti i dettagli della vicenda che non tornano. O quantomeno che vanno chiariti. Quello che si sa, finora, è che la piccola Giulia sarebbe stata aggredita dal cane - nell’appartamento al primo piano di un condominio del rione popolare Ice Snei- tra le 22.30 e le 23.45 di sabato scorso e che è stata portata dal padre 25enne, dopo mezzanotte, al pronto soccorso della clinica Villa dei Fiori con lesioni al viso e al cranio. L’uomo si è presentato in ciabatte («Ho fatto tutto di fretta e sono andato a piedi perché abitiamo lì vicino. Mentre avevo Giulia stretta in petto telefonavo al 118 perché temevo che il pronto soccorso per i bambini fosse chiuso a quell’ora») e, a chi gli ha chiesto cosa fosse accaduto, avrebbe dato una prima spiegazione poco credibile: «È stata aggredita da un cane randagio». All’arrivo della polizia, poi, la seconda verità e il racconto che ha coinvolto Tyson, il pitbull di casa. Due versioni differenti giustificate con lo choc e la stanchezza («Ha detto una sciocchezza senza rendersene conto, era in stato confusionale», ha spiegato il suo avvocato), che però hanno innescato le prime perplessità.

IL SONNO PROFONDO
Vincenzo Loffredo ha riferito che era in casa da solo con la figlia perché la compagna Angela stava lavorando in pizzeria, che lui e Giulia erano nel letto matrimoniale e che si è addormentato alle 22 per poi svegliarsi, un’ora e mezza più tardi, quando la piccola era già stata aggredita, trascinata a terra dal cane e ferita mortalmente. E che nel frattempo non si era accorto di nulla. Racconto, anche questo, che però lascia molti dubbi. Come è possibile non sentire il cane ringhiare o la figlia urlare a pochi centimetri di distanza? Come è possibile dormire così profondamente? «Lavoro al bar di un distributore di benzina, predo servizio alle 5 di mattina e stacco alle 14. Evidentemente sono crollato, senza portare la bambina nella culla», si è giustificato il 25enne. Senza però aggiungere come invece hanno evidenziato gli esami tossicologici - che aveva anche assunto droghe leggere, visto che è risultato positivo all’hashish (ma negativo a cocaina, oppiacei e alcol). Quell’ora e mezza senza ricordi né spiegazioni- Vincenzo non ha saputo dire nemmeno se il cane l’ha afferrata trascinandola a terra o se, sul pavimento, ci è caduta da sola ed è stata aggredita successivamente -, però, ha portato gli investigatori ad acquisire le immagini delle telecamere di sorveglianza che si trovano davanti al rione Ice Sneri: vogliono controllare eventuali movimenti del ragazzo in quel sabato sera e, soprattutto, escludere l’ipotesi che possa essersi allontanato dall’abitazione- anche solo pochi minuti per fumare una sigaretta abbandonando Giulia sola in casa con Tyson.

 



Già, il cane. Altra questione da chiarire. Il pitbull, che viveva con la coppia da 8 anni, era senza microchip (è emerso dai rilievi dell’Asl Napoli 2 Veterinaria dove è stato affidato) e quindi non si sa nulla della sua provenienza, ma soprattutto secondo il racconto dei vicini era aggressivo (le relazioni del canile di Frattaminore in cui ora è in custodia, però, smentiscono sostenendo che non manifesta segni di intolleranza nè nervosismo) e i nonni materni di Giulia ripetono che «gli avevamo detto centinaia di volte di togliere quel cane dall’appartamento».
Tutti aspetti, questi, che dimostrerebbero l’incoscienza del 25enne nel gestire l’animale (Walter Rizzetto, presidente della Commissione Lavoro, proprio ieri ha annunciato di aver «depositato una proposta di legge che disciplina l’istituzione di corsi di formazione e una licenza per il possesso o la detenzione di cani ritenuti potenzialmente offensivi»), oltre alla negligenza nell’accudire la bimba di 9 mesi.

LA ROTTURA DEL COLLO
Sempre a proposito dei cani (in casa viveva anche una meticcia di nome Laika), c’è un nuovo aspetto che alimenta ulteriori dubbi sulla dinamica della tragedia. E cioè che, mentre la bambina presentava ferite compatibili «con il morso di un cane non di taglia piccola» (quindi si presume che sia stato il pitbull a determinare la sua morte), dagli accertamenti già effettuati sui due cani non risulterebbero tracce ematiche nella bocca degli animali e in particolare in quella di Tyson, mentre solo una traccia sulla testa di Laika (ma probabilmente da “imbrattamento”). Un risultato clamoroso, a prima vista, ma che secondo i veterinari interpellati dall’avvocato dell’indagato sarebbe plausibile se «il cane si fosse pulito e sciacquato la bocca: trattandosi di una bambina che non presenta peli sul corpo non gli rimane nessuna traccia». Per questo motivo, ora, c’è attesa per il risultato di ulteriori approfondimenti come gli esami delle feci degli animali, che potrebbero determinare la presenza di materiale umano della piccola Giulia. Ieri, intanto, è iniziata l’autopsia sul corpo della bimba (dalle prime indiscrezioni la causa della morte potrebbe essere stata la rottura del collo), mentre questa mattina sono in programma i funerali (in forma privata, su volontà della famiglia) nel Duomo di Acerra.

 

 

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