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Papa Francesco, 3 terapie cambiate in 5 giorni. Ultimo drammatico dubbio: "Ma è possibile?"

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"Se resto qui in Vaticano potrei non farcela": con queste parole, secondo il sito Politico, Papa Francesco avrebbe spiegato ai suoi più stretti collaboratori la necessità di un ricovero al Policlinico di Gemelli di Roma.

Erano cinque giorni fa e da allora è cambiato tutto, compreso tre modifiche alla terapia. Un cambio in corso d'opera che testimonia il progressivo aggravamento del quadro clinico del Pontefice, 88 anni. All'inizio lo stesso Bergoglio era convinto di avere un "semplice raffreddore". Da qui, per esempio, la volontà di tenere fede agli impegni della sua fitta agenda, di parlare in pubblico, spesso al freddo di questo inizio febbraio. Il respiro sempre più affannato gli ha fatto rinunciare ai discorsi, certo, ma non alla gestione quotidiana della Chiesa. Giorni lunghi e faticosi che hanno portato il "raffreddore" a diventare bronchite, poi polmonite bilaterale. E così oggi dal Gemelli fanno sapere che il paziente illustre che apriva Porte Sante al gelo di dicembre non deve prendere nemmeno "un colpo d'aria".

 

 

 

Venerdì mattina ha "evaso tutte le pratiche lavorative", per così dire, poi si è fatto ricoverare. Il comunicato stampa, sottolinea Repubblica, era "asettico, nessun allarme". Il crescendo d'ansia è però stato inesorabile: "A sera un primo bollettino medico parlava dell’«acuirsi della bronchite», dal giorno dopo la comunicazione ufficiale virava sulla definizione «infezione delle vie respiratorie »: espressione più vaga, che faceva però trasparire un campo di diffusione più ampio dei soli bronchi".

 

 

 

Prima modifica alla terapia dopo "gli ulteriori riscontri microbiologici", segno che "la cura cortisonica alla quale Bergoglio si è sottoposto già nella sua residenza vaticana di Casa Santa Marta, evidentemente non era adeguato". Quindi è arrivato il weekend di "riposo assoluto" prima della doccia gelata di lunedì, quando si parla di una degenza più lunga del previsto, "forse di qualche settimana. Non solo. Quel giorno sono arrivati i risultati degli accertamenti effettuati nei giorni precedenti ed «hanno dimostrato una infezione polimicrobica delle vie respiratorie che ha determinato una ulteriore modifica della terapia»". Gli antibiotici non erano ben tarati perché troppo generici. Infine, la tac al torace che ha evidenziato ieri pomeriggio la presenza di una «polmonite bilaterale che ha richiesto un’ulteriore terapia farmacologica». E serpeggia un dubbio: "Possibile che nei controlli fatti al suo arrivo al Gemelli, o anche nella visita che aveva fatto all’ospedale dell’isola Tiberina nei giorni precedenti il ricovero, non sia stata fatta una prima tac?".

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