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Papa Francesco, retroscena: il diktat al Policlinico Gemelli che lo tormenta

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Papa Francesco continua il suo periodo di ricovero presso il Policliico Gemelli, dove si trova da venerdì scorso sotto la stretta supervisione dello staff medico. La diagnosi confermata parla di una "infezione polimicrobica delle vie respiratorie" e il quadro clinico appare "complesso", tanto da richiedere un adeguamento della terapia. 

Tra le raccomandazioni fondamentali per favorire la ripresa, i medici insistono su una sola parola d'ordine: "Riposo assoluto". Un diktat, quest'ultimo, che il Pontefice ha sempre malsopportato. Un diktat, insomma, che lo tormetna, lo fa soffrire.

Il periodo di degenza potrebbe protrarsi per almeno tre settimane, secondo le indiscrezioni che filtrano dal reparto soprannominato "Vaticano 3", nome assegnato all'ospedale ai tempi di Giovanni Paolo II. Tuttavia, chi conosce Bergoglio sa bene quanto sia restio a fermarsi. Il suo entourage rassicura sul suo stato d'animo positivo, anche se la decisione di ricoverarlo è stata inevitabile: il trattamento a base di cortisone e antibiotici per via endovenosa, seguito per oltre dieci giorni a Casa Santa Marta, non aveva dato i risultati sperati. 

 

I segnali del suo malessere erano evidenti: respiro affannoso, gonfiore del volto e la difficoltà a leggere i discorsi ufficiali. Nonostante questo, il Pontefice non si è mai tirato indietro, affrontando impegni e viaggi anche quando afflitto da sciatica o dolori intestinali.

La forza di volontà di Francesco è ben nota. Nonostante gli 88 anni compiuti lo scorso dicembre, non ha mai pensato di rallentare. A chi esprimeva preoccupazione per la sua salute, ha sempre risposto con la consueta ironia: "Sono ancora vivo". Un atteggiamento che testimonia la sua straordinaria resistenza.

 

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