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"Febbre e infezione alle vie respiratorie": ansia per Papa Francesco

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Caterina Maniaci
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Alla fine il Papa ha dovuto arrendersi: necessario un breve ricovero per accertamenti, visto che la bronchite non gli dà tregua da diversi giorni. La notizia viene confermata da una comunicazione ufficiale da parte della Sala Stampa della Santa Sede. «Questa mattina, al termine delle udienze, Papa Francesco si ricovera al Policlinico Agostino Gemelli per alcuni necessari accertamenti diagnostici e per proseguire in ambiente ospedaliero le cure per la bronchite tutt’ora in corso». Così per la quarta volta ha dovuto imboccare la strada per il policlinico romano.

Da diversi giorni lo stesso Pontefice parla pubblicamente della bronchite che non gli ha sempre permesso di leggere per intero le catechesi, le omelie e i discorsi preparati. Domenica scorsa ha dovuto rinunciare a pronunciare l’omelia nel corso della celebrazione per il Giubileo delle forze armate. In ogni caso, anche prima di ricoverarsi, Francesco ha mantenuto intatta l’agenda degli appuntamenti previsti, svolti tutti a Casa Santa Marta. L’arrivo in ospedale è stato piuttosto inaspettato, tanto che uno dei medici che fa parte dell’equipe che si occupa del Pontefice, il chirurgo Sergio Alfieri, ha appreso dai giornalisti la notizia del ricovero. Che dovrebbe durare cinque giorni.

 

 

MESSE E UDIENZE
In una seconda comunicazione la Sala Stampa vaticana, ha fatto sapere che «l’udienza giubilare di domani (oggi, ndr), 15 febbraio è stata annullata». Invece la messa in occasione del Giubileo degli Artisti e del Mondo della Cultura di domani, domenica 16 febbraio, sarà presieduta dal cardinale José Tolentino de Mendonça, prefetto del Dicastero per la Cultura e l’Educazione. Annullato pure l’incontro con gli artisti, previsto per lunedì a Cinecittà, «a causa dell’impossibilità del Papa a parteciparvi». I primi esami parlano di «infezione delle vie respiratorie». Le condizioni cliniche sono «discrete» ma ha un po’ di febbre. Nonostante tutto, trapela dall’ospedale, il papa è sereno.

I mesi freddi, per lui, sono i più difficili, è il secondo inverno, infatti, che Francesco passa tra influenze, raffreddamenti e bronchiti. I problemi respiratori si sono ripetuti con frequenza sempre maggiore da quando, il 29 marzo 2023, il Papa si è sentito male dopo un’udienza generale ed è stato ricoverato d’urgenza al Gemelli. Si è parlato, in quell’occasione, di una bronchite malo stesso Francesco ha in seguito rivelato che si era trattato di «una polmonite acuta e forte, nella parte bassa dei polmoni». Prima, il 4 luglio 2021, il ricovero era stato necessario per un’occlusione intestinale. Il terzo è avvenuto il 7 giugno 2023 per un’altra operazione all’intestino. Anche da giovane, Francesco ha sofferto di gravi problemi di salute legati alle vie respiratorie: a 21 anni è stato operato per una polmonite e gli è stato asportato il lobo superiore del polmone destro. Da allora, come Francesco stesso ha avuto modo di spiegare, il polmone destro si è espanso e ha coperto tutto l’emitorace omolaterale, rendendolo, evidentemente, più vulnerabile alle affezioni polmonari. L’età avanza e si moltiplicano i fastidi e i disturbi. Prima di Natale ha dovuto cominciare ad usare un apparecchio acustico; poi il dolore al ginocchio, una gonartrosi, ormai lo costringe a muoversi quasi sempre in sedia a rotelle. Cerca di muovere qualche passo appoggiandosi al bastone, ma tra dicembre e gennaio è caduto due volte, procurandosi una contusione al mento e un’altra al braccio.

MASSIMO RISERBO
Ora la bronchite fastidiosa e la necessità di controlli, mentre non c’è nessun tipo di allarme serio per la salute del papa. Al Policlinico, vige il massimo riserbo, ma in generale fonti interne parlano di massima tranquillità al decimo piano del Gemelli: qui è tornato il via vai delle macchine provenienti dal Vaticano, dei collaboratori che portano borse e cartelle, forse contenenti anche documenti sanitari o di lavoro, mentre alcuni gendarmi stazionano nei vari piani. Insomma, l’ospedale torna a trasformarsi in quello che papa Giovanni Paolo II aveva definito «il terzo Vaticano», dopo piazza San Pietro e Castel Gandolfo, alludendo alle forzate e lunghe permanenze a cui era stato costretto, a cominciare da quel drammatico 13 maggio1981, quando vi era stato portato in condizioni critiche dopo l’attentato subito proprio in piazza San Pietro.

 

 

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