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Roma e Vicenza, a scuola comandano i compagni: vietato parlare dei massacri titini

Andrea Muzzolon
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A scuola vietato parlare delle Foibe. Passano gli anni, ma l’odio rosso non tramonta mai. E così, nel 2025, discutere del massacro compiuto dai comunisti titini è ancora un tabù in molti istituti d’Italia. Fra questi c’è il Rossellini di Roma, dove alcuni professori avevano cercato di sfondare il muro di ipocrisia che ancora è presente in alcune scuole particolarmente “schierate”. Dopo aver organizzato tra mille difficoltà un convegno sul Giorno del Ricordo, la preside Maria Teresa Marano ha deciso di annullare l’iniziativa. Fra gli invitati figuravano la professoressa Maria Ballarin, figlia di esuli e consigliere dell’Associazione Nazionale Dalmata, e il senatore Roberto Menia di Fratelli d’Italia, primo firmatario della legge che nel 2004 istituì la giornata in memoria dei massacri delle foibe e dell’esodo giuliano dalmata. Un appuntamento, quello presentato alla preside, pienamente istituzionale e che avrebbe ripercorso la storia di quegli anni e l’iter parlamentare che portò alla legge voluta dal governo Berlusconi.

Ma non c’è stato verso. Ieri mattina, dopo alcuni giorni di polemica, la dirigente ha fermato tutto inviando una circolare che rimandava a data da destinarsi (ovvero, mai) la conferenza. In prima linea per bloccare tutto si era schierato il collettivo di sinistra formato da alcuni studenti. «Come ben sappiamo il giorno del ricordo è l’occasione perfetta che hanno i fascisti per uscire dalle fogne della storia per portare avanti il loro revisionismo storico becero», scrivevano i giovani compagni giorni fa sui loro canali social. In bella vista poi, sempre sulla pagina Instagram del collettivo, una foto del senatore Menia con sopra la scritta «Tour nelle scuole per revisionare la storia».

Ma ancora più inquietante rispetto all’atteggiamento di qualche giovane esaltato, è stata l’opposizione serrata di parte del corpo docente. Come raccontato da alcune fonti interne alla scuola, fra i più attivi nel contrastare l’iniziativa per il Giorno del Ricordo ci sarebbe stato il vicepreside Gianfranco Goretti. Compagno dello scrittore e conduttore radiofonico Tommaso Giartosio, è da anni attivista peri diritti lgbtq vicino alla sinistra, tanto da essere stato anche presidente dell’associazione Famiglie Arcobaleno.

 

Pur di bloccare il convegno, le sono state provate tutte. In primis, era stato sollevato il dubbio che l’iniziativa potesse essere sfruttata dal senatore Menia per promuovere il suo nuovo libro, proprio inerente al dramma delle Foibe. Contestazione prontamente smentita dagli organizzatori poiché nella scaletta non era previsto nessun riferimento all’ultimo scritto del parlamentare. Caduta l’obiezione, i prof rossi erano tornati alla carica chiedendo alla dirigente di mantenere un profilo apolitico per la scuola. Richiesta a dir poco bizzarra considerando il fatto che Walter Veltroni è considerato “di casa” al Rossellini.

Fra le varie peripezie che hanno accompagnato l’avvicinamento al convegno si potrebbero citare anche i “disguidi” relativi all’aula da utilizzare. Inizialmente infatti si era pensato di tenere l’incontro nel teatro della scuola, la cui capienza è di circa 300 persone e in cui sarebbero potuti entrare sia gli studenti di quarta che di quinta. Poi, sopraggiunta l’inagibilità della struttura per quel giorno, l’incontro era stato dirottato nella sala cinema. Capienza 150 posti, misteriosamente contingentati e diventati 80 per “ragioni di sicurezza”. E che dire della mancata pubblicazione della circolare che annunciava il convegno sul registro elettornico degli alunni? Un percorso estenuante e pieno di ostacoli, ma nonostante tutto il traguardo sembrava vicino. Poi ieri la decisione: tutto annullato, martedì 11 febbraio non ci sarà nessun incontro sulle Foibe. E così hanno vinto loro: la censura si è abbattuta sull’istituto Rossellini in cui, evidentemente, qualcuno è ancora convinto ci siano morti di serie A e morti di serie B. Non martiri italiani.

Ma purtroppo la scuola di Roma non è l’unica in cui proliferano gli intolleranti. A Vicenza due ragazzi di Azione Studentesca, movimento di studenti vicini a Fratelli d’Italia, sono stati aggrediti davanti al liceo classico Pigafetta. I giovani, mentre distribuivano alcuni volantini sul Giorno del Ricordo, sono stati avvicinati da un gruppo di studenti che gli ha strappato i fogli dalle mani. Ne è scaturita una scazzottata per cui la dirigente scolastica ha chiesto l’intervento della polizia. E così, anche ques’anno, dopo 80 anni, la memoria di tanti italiani viene infangata. Bentornati nei peggiori anni ’70.

 

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