Atm, autisti presi a calci e pugni fuori dal deposito: sconvolgente a Milano, chi sono i balordi
Come tutte le mattine stavano andando al lavoro. Il loro turno alla guida degli autobus Atm cominciava all’alba. Un sabato come tanti. Sembrava. Invece, giunti al deposito di via Messina per iniziare il turno, due autisti di 45 e 50 anni sono stati aggrediti e picchiati a calci e pugni da un gruppo di giovani sbandati. Erano da poco passate le 5:25, le urla hanno allertato gli altri colleghi e alcune persone presenti in zona che hanno poi chiamato il pronto intervento. Sono stati soccorsi da un’ambulanza, all’altezza del civico 41, a pochi passi dal deposito dei tram, per loro fortunatamente nulla di grave a parte numerose escoriazioni e tanta paura.
Agli agenti delle volanti i due dipendenti hanno raccontato di essere stati aggrediti mentre andavano al lavoro da un gruppo di 6-7 giovani italiani che probabilmente erano reduci da una notte nei locali della zona. Non è ancora chiaro quale sia stato il motivo che ha fatto scattare l’aggressione. Si tratta però di uno dei tanti episodi di violenza ai danni di chi prende il turno all’alba o in chiusura. Dei 9.700 dipendenti di Atm circa 7.000 sono operativi sul territorio, in tanti subiscono aggressioni sia verbali che fisiche, ma evitano di far denuncia. Sembra sia quasi una prassi, soprattutto negli orari notturni dove, a loro dire, si incontrano sbandati, ragazzi alterati da alcol e droga, pronti a far questioni. Da quando poi un paio di settimane fa sono stati reintrodotti i tutor di controllo, ossia i controllori di una volta, quelli senza biglietto sono pronti ad avventarsi sul personale di Atm. A denunciare i fatti sono i rappresentanti sindacali ma nonostante le varie segnalazioni nulla cambia. «Ennesima gravissima aggressione questa mattina ai danni di due lavoratori al servizio dei cittadini.
Soprattutto al mattino, dalle ore 4 alle ore 6, e la sera dopo le 21, si verificano molteplici situazioni di pericolo che i dipendenti Atm percepiscono e ci denunciano costantemente – sottolinea Pasquale Ferri, della segreteria Rsu Orsa Aggressioni verbali continue, e per fortuna le aggressioni fisiche non degenerano in atti di crudele violenza, poiché il personale è costretto a voltarsi dall’altra parte. C’è la paura di venire a lavorare e chi dice il contrario è colpevole di questo declino sociale». I sindacati ribadiscono l’urgenza di un intervento serio: «Un investimento sulla sicurezza che oggi manca; comprendiamo la carenza di risorse e di servizi delle forze dell’ordine, ma così non possiamo continuare.
Pretendiamo che la nostra tutela nel quotidiano diventi una priorità per il Comune di Milano e il Prefetto». L’ordine pubblico «non è di competenza di Atm. Le istituzioni devono accogliere le nostre richieste, soprattutto in un periodo delicato e complesso come questo, cercando di proteggerci mettendo in campo più azioni deterrenti». Ad esempio, l’aumento dei presidi «in prossimità delle fermate di superficie, degli interscambi ferroviari, e più agenti in ausilio per la città soprattutto ai capolinea e nelle stazioni ad alto flusso di tutta la rete metropolitana».