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Cesena, l'hacker 15enne che spostava le petroliere nel Mediterraneo

Giorgia Petani
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Gli bastava un click per poter spostare le rotte delle petroliere in transito nel Mediterraneo e trasformare i 5 in pagella in 6. C’è chi, a 15 anni, si diverte a trascorrere le proprie giornate davanti alla Play Station o al parchetto con gli amici, ma c’è anche chi, dalla propria cameretta, si diverte a giocare al piccolo hacker, riuscendo a violare siti e server che si pensavano inaccessibili. Non è la trama di un film; è la storia di un giovane ragazzino appassionato di informatica che frequenta un istituto tecnico di Bologna. Come riporta il Corriere Romagna, il ragazzino è stato identificato e denunciato dopo un'inchiesta condotta dalla Polizia postale e coordinata dalla Procura distrettuale di Bologna, competente per i reati informatici. Il fascicolo era stato aperto mesi fa a Forlì e successivamente trasferito alla Polizia postale in seguito a una segnalazione di accessi sospetti ai sistemi di navigazione marittima.

Infine, data la minore età del ragazzo, il caso è stato assegnato alla Procura dei minori. Dalle indagini è emerso che il giovane riusciva a introdursi con facilità negli archivi e nel sito del Ministero dell'Istruzione, compiendo una vera e propria “magia”: trasformava le insufficienze in 6 e cancellava anche i tanto temuti debiti formativi. Ma non solo. Il giovane ragazzo pensava anche ai suoi amici e compagni di scuola, cancellando così anche gli esami di riparazione a settembre. I giochi, però, sono finiti e al 15enne – che è stato denunciato – sono stati sequestrati il cellulare e il computer per tutti gli accertamenti del caso. A quanto s’apprende, sembra che i genitori del ragazzo fossero all'oscuro di tutto. D'altronde, quale famiglia si preoccuperebbe nel vedere il proprio figlio chiuso in camera a fare i compiti?

 

 

Eppure, il ragazzo era riuscito perfino ad accedere ai portali che gestiscono le rotte delle petroliere e delle navi da trasporto nel Mar Mediterraneo modificando i percorsi di alcune navi, costringendole così a deviare dalle rotte programmate. L’enfant prodige è dunque riuscito nell’ardua impresa di entrare all’interno di portali che si pensavano inviolabili. Ma cosa spinge un giovane ragazzo a compiere un simile reato? Il 15enne non aveva fini economici, quindi, possiamo pensare che si tratti di una vera e propria passione per l’informatica e la tecnologia. Del resto, non dobbiamo sorprenderci più di tanto di leggere notizie come queste, visto l’aumento esponenziale degli attacchi informatici. In Italia si è registrato un aumento del 65% degli attacchi informatici, con un picco di 270 attacchi ad aprile del 2023. I dati emersi dal Rapporto Clusit 2024 mostrano dunque come questo sia uno dei reati più diffusi del nostro tempo. Ma fatti come questi suggeriscono, inoltre, un’attenta riflessione sulla questione della cyber sicurezza.

Del resto, dietro a questa tipologia di reato potrebbero nascondersi motivazioni più profonde, soprattutto quando gli autori sono dei ragazzini. Nel rapporto compilato per Europol, frutto del lavoro della cyber-psicologa forense Mary Aiken, si evidenzia che molti giovani percepiscono il mondo del web come uno spazio sicuro e privo di sorveglianza. Spesso, infatti, il loro obiettivo non è un tornaconto economico, quanto piuttosto «quello di acquisire una certa reputazione tra gli altri hacker per compensare la mancanza di autostima che provano in altri aspetti della loro vita», osserva la psicologa. Nello stesso documento si legge, inoltre, che «costruirsi la propria reputazione online diventa così importante che i giovani hacker ci spendono molte risorse cognitive ed emotive», spiega Aiken. Per l’esperta, il meccanismo psicologico è simile a quello delle altre dipendenze: «smettere è difficile». Tuttavia, rileva il rapporto, «la pirateria informatica al momento non è riconosciuta a livello clinico come una dipendenza. Il nostro studio – continua la professionista - mostra però alcuni aspetti impulsivi e compulsivi di questo comportamento, che meritano maggiore approfondimento».

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