Veronica Sposito, "non è un reato!": l'audio-choc dalla Sciarelli della prof arrestata
Nuovi, sconvolgenti morbosi dettagli dalla storiaccia di Castellammare di Stabia. A Chi l'ha visto?, storico programma di cronaca nera di Rai 3 condotto da Federica Sciarelli, mandano in onda gli audio di Veronica Sposito, la professoressa delle medie che è stata arrestata per abusi sessuali nei confronti di alcuni suoi alunni minorenni. Una vicenda che era esplosa a novembre, con i genitori di alcuni studenti che avevano cercato la vendetta sommaria facendo irruzione nell'istituto aggredendo sia l'insegnante sia suo padre.
"Questo è l'ultimo anno che faccio in questa scuola, non voglio più lavorare così anzi non so neanche se arrivo a conclusione di questo anno", dice la donna nell'audio, successivo a quella aggressione. "Secondo me le mamme si sono messe tutte insieme per fare questa cosa, non esiste: solo per aver dato un po' di amicizia a questi ragazzi, mi trovo nei guai per essere stata un po' amica. Questi non stanno bene con la testa. Io sono stata in tantissime scuole, non ho mai avuto questi problemi, devo venire a Castellammare per passare questi guai? Io ora ho paura di andare a scuola, ora chiamo i carabinieri e li faccio andare fuori da scuola. Non è reato avere i bambini sui social. Per me questo non è lavorare, è un inferno, l'anno prossimo non ci vengo".
Oggi la Sposito è in carcere a Benevento. L'inviata del programma di Rai 3 ha citofonato alla madre della ragazza: "Stiamo malissimo, può immaginare da mamma come stiamo. Oltretutto tutti si stanno accanendo contro questa ragazza senza un processo, ma ci rendiamo conto? Capisco che facciate con garbo il vostro lavoro, ma siamo ridotti ai primi termini. Siate garbati quando trattate della vita di una persona, perché è una persona che ha studiato, in famiglia siamo 27 insegnanti. Ha conseguito dei titoli, ha amato e ama il suo lavoro come lo abbiamo amato tutti in famiglia".
"La saletta": cosa avveniva nello stanzino, il retroscena choc sulla prof accusata di pedofilia
Sarebbero stati 7 i giovanissimi coinvolti negli abusi, vittime di "maltrattamenti psicologici e morali", con tanto di minacce di bocciatura o addirittura di morte nel caso volessero sottrarsi alle attenzioni della loro insegnante. In una saletta dell'istituto la docente avrebbe mostrato loro immagini e video a luci rosse e fatto domande più che inopportune sulla loro sfera sessuale. Discussioni che sarebbero proseguite anche su una chat riservata sui social, come testimonierebbero screenshot, foto e audio ritrovate sui cellulari dei ragazzini. I colleghi della professoressa sottolineano però di non essersi mai accorti di nulla.