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Firenze, erede De' Medici fa causa allo stato: chiede 84 milioni di euro

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Non concessa la rendita storica
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«Sono l’erede della famiglia De’ Medici e lo Stato italiano mi deve 84 milioni di euro». È questa la pretesa di un fiorentino nei confronti della Presidenza del Consiglio dei Ministri all’interno di un singolare contenzioso giudiziario. Nei giorni scorsi la Corte d’Appello di Firenze, come anticipato da Il Corriere Fiorentino, ha però respinto il suo ricorso contro la sentenza di primo grado che aveva già rigettato le sue richieste nel 2019, condannando l’uomo a 35mila euro di spese legali ma annullandogli una sanzione da 15mila euro che gli aveva comminato il Tribunale di Firenze per lite temeraria.

Ma andiamo con ordine: quando tutto ebbe inizio. Il processo era cominciato nel 2016 quando l’uomo (ipotetico erede) chiese ai giudici di riconoscerlo appunto l’erede di Anna Maria Luisa, l’ultima discendente della dinastia De’ Medici che, nel lontano 1737 grazie al noto “Patto di famiglia” con cui aveva lasciato l’immenso patrimonio ai Lorena, granduchi di Toscana, ma con l’indicazione perentoria di vincolare per sempre alla città di Firenze le opere frutto del collezionismo e del mecenatismo mediceo. Un atto storico che salvaguardò un patrimonio artistico e culturale unico al mondo e che rese eterna la città di Firenze.

 

Ma due anni dopo- precisamente nel 1739 - la Elettrice Palatina scrisse anche un testamento, unitamente a tutti i successivi codicilli fino al 18 febbraio 1743, giorno della sua morte. Dalle pagine testamentarie emergono oggetti o somme di denaro che Anna Maria Luisa aveva deciso di destinare ai parenti, alle dame di camera, ai poveri e alle varie istituzioni religiose. Proprio questo testamento, secondo il presunto erede, in realtà, sarebbe un vero e proprio trattato internazionale, che quindi andava al di là delle leggi italiane sull’eredità per cui, a suo dire, lui diventava uno dei beneficiari.

Facendo i calcoli dei beni dovuti, tra somme per lavori mai eseguiti, all’epoca, alla Cappella della chiesa di San Lorenzo, e le somme di alcuni fondi dell’allora Monte del Sale o del Redimibile, era arrivato agli 84 milioni di euro, esattamente quelli che poi aveva richiesto. Ma per i giudici della Corte d’Appello che hanno firmato la sentenza di secondo grado, le cose non stavano esattamente così: «Appare fondato su argomentazioni astratte e prive di adeguato supporto giuridico il legame fra il testamento e il “Patto di Famiglia”.

E la valutazione del giudice di primo grado circa la qualificazione dell’atto del 1739 come testamento deve, dunque, ritenersi corretta». L’atto per i giudici della città di Firenze è dunque un testamento, e non certo un trattato internazionale e il testamento di Anna Maria Luisa De’ Medici, per i giudici non prevede niente nei suoi confronti. Inoltre secondo il quotidiano La Nazione, l’erede della blasonata famiglia dei Medici- assistito dagli avvocati Gennaro Contardi e Marina Valentinetti - ora si prepara a fare ricorso anche in Cassazione.

 

 

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