Concerti raffazzonati e artisti bolliti :a Capodanno si salva la Fenice di Venezia
Più che mai basterebbe puntare sul classico e concentrare gli sforzi sull’unico autentico inimitabile Concerto di Capodanno alla Fenice di Venezia. Trasmesso in diretta tv su Rai1 alle 12.20 del 1° gennaio, diretto quest’anno da Daniel Harding, una scaletta che comincia con Beethoven e si conclude con la Traviata, passando per Puccini, Rossini, Leoncavallo e Bizet. Ottimo modo per cominciare l’anno con classe ed eleganza dopo le abbuffate e le cacofonie della sera prima.
E invece l’Italia è un Paese di feste di piazza e in tanti amano il brindisi all’aperto. Così è tutto un gareggiare tra enti pubblici e privati per formare cartelloni credibili, piuttosto somiglianti al concertone del 1° maggio già decaduto rispetto alle storiche edizioni anni ’90. A Capodanno bisogna accontentare un po’ tutti, dai nostalgici ammiratori della canzone melodica ai ragazzini che ascoltano solo rap e derivati. Ci vogliono i cantautori, il pop, chi ha partecipato a X Factor, chi andrà a Sanremo e vanno messi tutti insieme come in uno show televisivo. A scorrere il programma di stasera non troppi concerti per cui varrebbe la pena di spostarsi e raggiungere un’altra località ed è un peccato perché un grande spettacolo, almeno uno, ci vorrebbe in Italia, invece della macedonia che non promette davvero niente di che. Subsonica a Pescara o Elio e le Storie Tese a Pisa? Li abbiamo visti mille volte e in tempi decisamente migliori. Nello splendido scenario di Matera ci voleva qualcosa di più dei Comacose per il brindisi di mezzanotte.
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Ancora da Sud, Reggio Calabria, parte la diretta televisiva della Rai, condotta da Marco Liorni, con tanti ospiti stile Festivalbar: J-Ax, Arisa, Malgioglio, Diodato, Ricchi e Poveri. Un paio di brani a testa e passa la paura, concerto esaurito perché alla fine il pubblico vuol brindare, non farà troppo freddo e con un po’ d’alcol si sopporta tutto.
A Napoli il concerto di piazza Plebiscito è dedicato a Pino Daniele, dieci anni dopo la scomparsa: ci sembra una proposta interessante, sperando che a nessuno venga in mente di straziare le magiche atmosfere del grande cantautore con interpretazioni sopra le righe. A Roma conta più l’involontario “fringe” di Tony Effe piuttosto che il raccogliticcio programma del Circo Massimo con le vecchie glorie PFM e Boy George (chissà in che stato è). Tanti cantautori in Emilia Romagna (Colapesce/Di Martino a Parma, Vinicio Capossela a Rimini) mentre a Bologna bruciano il Vecchione con un DJ Set e fanno bene così, non serve altro.
Fritto misto a Torino con Mailka Ayane, Rose Vilain e i redivivi Morcheeba in piazza San Carlo. A Milano, coerenti alla teoria che tutto si paga, meglio se caro, nessuno spettacolo gratuito in piazza per il quinto anno consecutivo, chi vuole festeggiare a suon di musica il concertone ce l’ha ed è quello di Max Pezzali, peraltro esauritissimo, senza contare l’offerta di locali e discoteche. C’è timore per l’ordine pubblico, da giorni si parla di zone rosse per prevenire la criminalità; dunque, niente piazza del Duomo e controlli più seri laddove la percezione del pericolo si è fatta alta.
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Ciò non vuol dire che a Capodanno non si debba scendere in piazza per ascoltare musica, però di fronte a un’offerta così poco esaltante e soprattutto confusa vien voglia di farsi la propria playlist e somministrarla ad amici e parenti. Con un paio d’eccezioni: Stewart Copeland, ex batterista dei Police, che suona a Cagliari con un’orchestra di 28 elementi, Umbria Jazz Winter a Orvieto e Perugia, appuntamento storico, da sempre una garanzia di qualità.
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