Momo Salah minacciato e insultato per questa foto: si scatena l'odio islamico
«Ricorda le mie parole: non segnerai nessun gol fino alla fine della stagione, questo per aver mancato di rispetto al nostro amato profeta Maometto e all’intera comunità musulmana». E ancora: «Non hai fatto nessun post su Gaza, ma sei il primo a farlo per Natale, ti abbiamo perso». Da mercoledì, un’ondata di odio scatenata dalla comunità islamica sta travolgendo l’attaccante del Liverpool e della nazionale egiziana Mohammed Salah, lui stesso di confessione musulmana. Il motivo? Uno scatto che il calciatore egiziano ha postato sul suo account Instagram e che lo ritrae assieme alla sua famiglia – la moglie Magi, che indossa il velo, e le figlie Makka e Kayan, rispettivamente di 10 e 6 anni – davanti a un albero di Natale.
«Cancellalo subito», ha scritto un follower musulmano, «Mi hai deluso, fratello», aggiunge un altro, perché Salah, celebrando il Natale cristiano, avrebbe insultato e tradito l’islam. L’attaccante egiziano e i suoi familiari sono musulmani praticanti. Salah è un simbolo dell’identità islamica, non ha mai nascosto la sua fede, anzi, spesso, dopo aver segnato, esulta prostrandosi a terra per ringraziare Allah: recita il sujud, la preghiera, e alza il dito indice verso il cielo per reiterare la shahadah, la professione di fede. «Non è baciare il terreno: è pregare e ringraziare Dio per quello che ho ricevuto, per una vittoria. L’ho sempre fatto da quando ero giovane, ovunque», ha detto l’ex attaccante della Fiorentina e della Roma.
"Chiuso per fallimento": per 'Babbo Natale' Diego finisce in disgrazia, sconcerto ad Affari Tuoi
Uno studio condotto da quattro ricercatori di Stanford, Yale e Colorado Boulder University ha dimostrato inoltre fino a che punto l’influenza di Salah abbia contribuito a far diminuire i casi di discriminazione anti-islamica nella città di Liverpool. L’egiziano, che quest’anno è diventato il primo calciatore della storia della Premier League a superare il traguardo di dieci gol e dieci assist prima di Natale (ne ha segnati 15 e fornito 11 assist), è sempre stato un esempio di integrazione nella società occidentale, cosa che molti dei suoi correligionari non gli perdonano. È dal 2019 che Salah ha preso l’abitudine di fare un post per celebrare il giorno di Natale assieme ai suoi cari, e come ogni anno, sotto la foto, si scatena il putiferio.
«È haram», è proibito, grida la comunità islamica. «Sono ancora confuso. Capisco che i cristiani che credono in Gesù celebrino il suo compleanno ogni anno il 25 dicembre. Quello che non capisco è come un non cristiano (un musulmano credente che adora Allah e solo Allah) possa celebrare la nascita di Gesù, visto che l’islam proibisce severamente una tale azione ai musulmani. Qualcuno deve dirgli che ha il diritto di credere in qualsiasi fede desideri. Se vuole essere cristiano, così sia, ma quello che sta facendo come musulmano è a dir poco IPOCRISIA», ha scritto un utente su X, indignato dalla foto di Salah. «Hai già ricevuto tanti avvertimenti, ma tu vai avanti e pubblichi questa foto vergognosa. Che Allah ti protegga. D’ora in poi, non ti seguirò più sui social e bloccherò i tuoi contatti. E smetterò di guardare le partite del Liverpool per sempre», annuncia un altro.
Video su questo argomento"Perché continuo ad allenarmi": dalla spiaggia, la promessa del generale Vannacci
Ogni anno, durante il Ramadan, Salah torna nel villaggio di origine, nel povero governatorato di Gharbiyya, nel Delta del Nilo, e dona soldi in opere di bene. Nel 2013, ai tempi del Basilea, si era rifiutato di stringere la mano ai giocatori del Maccabi Tel Aviv e alla vigilia della partita di ritorno, disputata in Israele, affermando di voler segnare e vincere «affinché la bandiera sionista non possa sventolare in Champions». Il giorno dopo, andò anche a pregare alla moschea al-Aqsa di Gerusalemme. Nel 2019, Salah ha chiamato la prima figlia Makka in onore della città santa della Mecca, dove ha compiuto l’hajj, il pellegrinaggio, indossando l’ihram, la tradizionale tunica bianca. Insomma, l’attaccante egiziano del Liverpool è sempre stato un musulmano modello. Ma non per la maggior parte dei suoi correligionari che da mercoledì gli stanno lanciando ogni sorta di maledizione per una semplice foto su Instagram.