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Papa Francesco, appello da Rebibbia: "Il perdono e la libertà"

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Papa Francesco scrive una nuova pagina di storia dei Giubilei ordinari con un gesto senza precedenti: per la prima volta un Pontefice apre una Porta Santa all’interno di un penitenziario. L’evento, che dà ufficialmente inizio ai festeggiamenti per l’Anno Santo 2025, si svolge nel carcere romano di Rebibbia, simbolo di speranza per chi vive la realtà della detenzione. Il penitenziario, tra i più grandi d’Italia, ospita 1.585 detenuti, ben oltre la sua capienza ufficiale di 1.170 unità.

In occasione della festa di Santo Stefano, Papa Francesco rivolge il suo pensiero proprio ai carcerati. Con un gesto carico di significato, il Pontefice vuole far sentire loro la sua vicinanza: “Io stesso desidero aprire una Porta Santa in un carcere, perché sia per loro un simbolo che invita a guardare all’avvenire con speranza e con rinnovato impegno di vita”.

Nel cuore del carcere di Rebibbia, Francesco pronuncia parole che risuonano di forza e speranza davanti ai detenuti: “Oggi, in questo carcere, apriamo una porta. È la porta del Giubileo, cioè di un evento che unisce tutti i cristiani nella gioia. In un luogo chiuso, la speranza apre una strada nuova: dove ci porta? Al perdono e alla libertà. La porta che apriamo in questo carcere è segno di Cristo, nostro fratello e Redentore, che spalanca la nostra vita a Dio. Iniziando insieme il Giubileo, riflettiamo su queste due mete: il perdono e la libertà”. Insomma, da Papa Francesco un messaggio sostanzialmente favorevole all'amnistia.

 

Il messaggio del Papa si radica nella centralità della persona umana. Il suo impegno per i più fragili e gli ultimi, come “pellegrino di speranza”, lo porta idealmente a essere accanto ai detenuti di tutte le carceri del mondo. Francesco richiama un passaggio profondo del Vangelo di Isaia: "Il Signore mi ha mandato a portare il lieto annuncio ai miseri, a fasciare le piaghe dei cuori spezzati, a proclamare la libertà degli schiavi, la scarcerazione dei prigionieri, a promulgare l’anno di grazia del Signore".

Con il Giubileo della Speranza, il Papa sottolinea l’importanza di dare voce e attenzione ai sofferenti, ai peccatori, a chi sconta le conseguenze di errori passati. Durante il suo pontificato, ha visitato 15 penitenziari, la maggior parte dei quali in Italia, a testimonianza della sua concreta volontà di vicinanza, oggi rafforzata anche da quest'ultimo appello.

 

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