Natale, istruzioni per far durare la festa tutto l'anno
Avviso ai naviganti: se ci tenete a mantenere la fama di persone ciniche e un po’ dure, quelle che non si commuovono mai e cui la lacrimuccia agli occhi spunta solo se si danno per errore una martellata sul dito, non leggete assolutamente Domani è sempre Natale, di Luigi Vassallo (Edizioni Ares, 192 p., 14 euro): si tratta di 24 racconti e una filastrocca, per entrare nell’atmosfera natalizia, ma in quella vera, che scalda il cuore e non si esaurisce a Santo Stefano, insieme agli avanzi del cenone o del pranzo del 25. Il titolo scelto per questa raccolta allude, infatti, all’auspicio per cui un pochino di quello sguardo pieno di calore e attenzione sulla realtà resti con noi anche dopo Natale.
Chi sono i protagonisti di questi racconti? Troviamo fratellini che si vedono rappresentati nelle pecorelle del presepe, e che ogni giorno, a seconda di quanto siano stati giudiziosi e ubbidienti, possono far fare alla loro statuina un passetto in avanti verso la capanna con Giuseppe e Maria; pirati crudeli e un po’ bisunti che devono gestire un bimbetto sulla loro nave; famigliole in sosta in autogrill addobbati a festa; distinte signore che scelgono di interpretare il ruolo della Befana in una recita parrocchiale; austeri mariti che si scandalizzano con la moglie davanti a una strana filastrocca natalizia ricevuta da una ragazza vestita da elfo fuori dal supermercato.
Ma, soprattutto, ci sono angeli e santi: da quelli, inesperti e alle prime armi, che, per soddisfare le preghiere di una bambina, devono trasportare la Santa Casa dalla Terrasanta all’Italia; o quelli che verbalizzano l’esame per il Paradiso (esiste, esiste ...) sostenuto da un austero penalista alla presenza di San Pietro, Santa Cecilia e Sant’Alfonso Maria de’ Liguori – perché, ricordiamolo, anche lui era avvocato. Soprattutto, ci sono tanti bambini e bambine: che scrivono temi immaginosi, riflettono sulla vera identità di Babbo Natale, chiedono come regalo di Natale un telescopio (per poi scoprire che riceveranno ben altro), o fanno le boccacce ai mimi per le eleganti vie cittadine dello shopping.
Troviamo, spessissimo, il presepe e la Sacra Famiglia, Maria, San Giuseppe e Gesù Bambino, che, in barba a tutti quelli che vorrebbero confinarli ai ricordi infantili, ai lavoretti delle elementari, ai Natali in famiglia di decenni fa, si rivela un elemento potentissimo, capace di parlarci e di essere strumento di introspezione, e anche- perché no? - , di redenzione, per tutti, in ogni tappa della vita. Toglietevi dunque dalla testa l’idea che questi siano raccontini adatti solo a bambini e scolaretti: se molto tempo fa qualcuno si scusava per aver scritto molto, perché non aveva avuto il tempo di rendere più breve la sua opera, ricordiamoci anche che servono grande profondità e sapienza per raggiungere la semplicità e spontaneità proprie dei bambini.
OLTRE L’AVVENTO
I racconti di Vassallo, in effetti, alla prima lettura scivolano via lisci, magari suscitando una fuggevole emozione; poi li si rilegge e si scopre che ci dicono qualcosa di valido non solo per le giornate dell’Avvento: pensiamo alla seconda novella della raccolta, Il cimitero delle occasioni perse. Il protagonista è un pendolare come tanti, Max, che, mentre il treno sferraglia monotono sui binari, si addormenta e, quando si sveglia, si rende conto di aver mancato la sua fermata. Sceso in fretta e furia dal treno, Max si ritrova in un posto stranissimo: sembra un camposanto qualsiasi, ma, in realtà, si rivela un luogo particolare, perché tutte le tombe non solo hanno forme insolite (un albero, un tavolino, una enorme zuppiera di marmo), ma non riportano nomi, bensì solo date e parole, che ricordano tappe cruciali, perché mancate, della vita di Max. Egli è infatti arrivato nel cimitero delle occasioni perse, forse lontanamente ispirato al mondo della Luna come ce lo descrive Ariosto.
In questo spettrale camposanto, però, non si trova, come nell’Orlando Furioso, ciò che si perde in vita, ma vi sono le occasioni che non si sono colte: appelli d’esame sprecati, tempo buttato in sciocchezze, denaro sperperato per capricci inutili, incontri mancati con una ragazza che sembrava diversa dalle altre, ma con la quale non si è mai scambiata una parola, per inerzia o paura di rischiare. E allora, pensiamoci e facciamo in modo che la data del 25 dicembre 2024 non sia incisa su una di queste spettrali lapidi, e, magari, se vogliamo fare un regalo in extremis a un amico, pensiamo a Domani è sempre Natale: durata della lettura, circa un’ora e mezza; durata del ricordo: tutta la vita.