Reggio Calabria, due ragazzine violentate da 15 uomini per oltre un anno: una scoperta agghiacciante
Orrore a Reggio Calabria, dove due ragazzine sarebbero state violentate da 15 uomini e ragazzi, alcuni perfino minorenni, per oltre un anno. Le vittime sarebbero state costrette a rimanere in silenzio per tanto tempo, presumibilmente perché tra gli aggressori ci sarebbero alcuni rampolli della ’ndrangheta. Le indagini approfondite sono partite dopo i primi arresti, quando sono stati sequestrati i cellulari del fidanzato di una delle due ragazze e degli amici che in quel momento avrebbero partecipato alle violenze.
Sul telefono scoperte agghiaccianti: in messaggi e chat, sarebbero stati trovati i video degli stupri, in cui si sentirebbero gli indagati che insultano, deridono e offendono le ragazze mentre subivano le violenze. L’inchiesta, però, non è partita mesi fa da una denuncia o da una richiesta d’aiuto. Alcuni dei ragazzi arrestati erano “persone di interesse investigativo” nell’ambito di un’inchiesta antimafia: uno sarebbe un rampollo di un clan locale, altri invece avrebbero parentele strette con esponenti delle famiglie di ‘ndrangheta della Piana di Gioia Tauro.
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Su una delle due vittime sarebbero state forti le pressioni dei familiari per non consentirle di parlare. Stando a quanto riporta Repubblica, le avrebbero dato della "pazza”, tentando addirittura di farla dichiarare tale da uno psichiatra. Nel frattempo sarebbero state fatte sparire le prove. Simulando uno smarrimento, avrebbero disattivato la scheda telefonica intestata a uno di loro che la ragazza usava. Tuttavia, la procura, consapevole delle pressioni che anche dopo i primi arresti avrebbero subito le due vittime, non ha mai smesso di monitorarle.
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