Bologna, il Pd si inventa il Capodanno trans: al rogo una fenice rosa, il centrodestra insorge
Ci mancava il “Capodanno trans”. Dove? Nella rossa Bologna, ça va sans dire. Ancora una volta il sindaco Pd Matteo Lepore non perde occasione di mostrare la propria ossessione per la propaganda ideologica Lgbt. Non bastavano i bagni no gender a Palazzo D’Accursio, la livrea arcobaleno sui tram o il vademecum sul linguaggio di genere. Nossignori. Ora la sinistra bolognese si è inventata - o meglio, ha commissionato - la fenice trans da bruciare in piazza Maggiore la sera di Capodanno al posto del tradizionale rogo benaugurale del “Vecchione”. Una reinterpretazione di una festa vecchia un secolo prima veniva celebrata a Carnevale, ma dagli anni Venti del ’900 ha caratterizzato ogni Capodanno bolognese - che ha sollevato non poche polemiche.
Il classico “Vecchione” rappresenta l’anno passato, che viene arso a favore di un nuovo anno che ci si augura ricco di sogni, speranze e aspettative per adulti e bambini. Quest’anno l’evocativa scena in piazza, sponsorizzata dal Comune, se la prende dunque Mercurio, questo il nome dell’opera realizzata da Fumettibrutti, nome d’arte di Yole Signorelli, fumettista trans e attivista della causa in questione. Un’araba fenice che si muove battendo le ali, con fattezze femminili «a difesa delle diversità», ha spiegato l’artista. E al collo porta una chiave, uno dei simboli proprio della lotta transfemminista.
Insomma, il repertorio completo. «Mi piacerebbe che chi non lo conosce si domandasse cosa rappresenta - dichiara l’artista proprio a proposito della chiave, - e fosse spinto a scoprirne il significato. Per me, questo è davvero importante».
Questa fenice trans, annunciata per l’appunto come momento clou del cartellone di iniziative delle feste all’insegna della musica e della cultura, è stata presentata dallo stesso sindaco Lepore come «un momento di riflessione» - non si sa bene per chi e su che cosa.
In ogni caso, la faccenda ha acceso una polemica anche questa rovente. «Mentre Lepore e sodali si focalizzano e portano in piazza uno dei classici simboli della lotta transfemminista - commenta in questo senso Giulio Venturi, consigliere comunale della Lega -, la città si interroga su fino a che punto le tradizioni verranno cancellate a favore di fantomatiche politiche progressiste». Secondo Venturi, «non bastavano le deroghe continue al Decreto Unesco con l’apertura di caffetterie americane al posto di librerie o grandi catene al posto di botteghe tradizionali; non bastava trasformare mercatini rionali in luoghi di mera somministrazione di cibi e bevande. Evidentemente serviva anche snaturare una festa che era consuetudine dal 1922 e trasformarla in qualcosa che nulla ha a che vedere con la Bologna ricca di storia e tradizioni. Cosa racconteranno ora i genitori ai loro figli dinnanzi a questa nuova installazione?».
Per la consigliera di Fratelli d’Italia in Comune, Francesca Scarano, l’iniziativa «dimostra un accanimento ideologico e nocivo su certe tematiche, assolutamente divisive, e sul volere imporre a tutti i costi il pensiero di una sola parte politica a tutta la cittadinanza. Il capodanno dovrebbe essere un momento di festa comune, non l’ennesimo motivo di scontro e polemiche, che evidentemente piacciono tanto a questa giunta e a chi la guida. Peccato per Bologna che continua a scontare e pagare le scelte di pessimo gusto di Lepore e del Pd».
«Ritengo assurda le scelta di questo nuovo Vecchione impersonato da una fenice transaggiunge Matteo Di Benedetto, capogruppo del Carroccio a Palazzo d’Accursio -, così come penso che sia assurdo pensare al fatto che quest’opera ci costerà anche dei soldi. Soldi dei contribuenti sprecati inseguendo posizioni ideologiche». «E con tutti i problemi che ha Bologna – chiosa l’eurodeputato di FdI, Stefano Cavedagna -, appena sprofondata al nono posto nelle classifiche per la qualità della vita a causa della crescente criminalità e i cantieri che paralizzano la viabilità, Lepore pensa bene di spendere risorse per la fenice transessuale... I soldi dei bolognesi andrebbero spesi diversamente e non per questa pataccata».