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Nello Trocchia e Sara Giudice negano le accuse di violenza? Ma un video li smentisce

Simone Di Meo
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C’è un video che smentisce la difesa di Nello Trocchia e Sara Giudice e i testimoni interrogati dall’avvocato Grazia Volo, che assiste i due giornalisti indagati per stupro ai danni di una collega (che chiameremo Sabrina). Libero ha potuto visionarlo riscontrando la totale sconfessione di quanto sostenuto a verbale da tre amiche della coppia, che hanno dichiarato di non aver notato l’ex inviata di Piazzapulita rivolgere «attenzioni particolari» nei confronti di Sabrina.

Il video agli atti, invece, mostra chiaramente la Giudice dire forte e chiaro per due volte alla vittima, sedutale di fronte: «Quanto sei bona» mandandole finanche un bacio. In quegli attimi, tutti erano seduti allo stesso tavolo: com’è possibile che non si siano accorti delle avances della Giudice?

 

 

 

LA FRASE A CORRADO
La giornalista de La7 aggiunge poi nello stesso filmato: «Ho detto: “Corrado, voglio dirti una cosa: “Ci fa schifo la fregna?”». Corrado è Formigli, il conduttore di Piazzapulita, anche lui convocato dalla difesa per fornire dettagli sulla serata incriminata del 29 gennaio 2023. L’avvocato dei due cronisti (da considerare innocenti fino a prova contraria) insiste molto sui rapporti tra lui e Sabrina. Formigli, che in una lettera al Secolo d'Italia aveva scritto in estate: «Non sono stato né sarò mai chiamato a testimoniare», evidentemente deve aver cambiato idea sulla possibilità di deporre. E non solo su questo.

All’avvocato Volo ha spiegato anzitutto che lui e la vittima si conoscono da prima (giugno 2022) per motivi professionali. Il conduttore ha tenuto a sottolineare che era Sabrina a scrivergli per «informarsi» su possibili sbocchi lavorativi a Piazzapulita. Una tesi che, però, contrasta con quanto detto dallo stesso Formigli proprio al Secolo d’Italia quando aveva ammesso che era stato lui a offrirle, in occasione del primo contatto, una collaborazione. Specificando, per sua stessa ammissione, che era stata lei a rifiutare perché aveva «preferito accettare un’altra offerta».

Quest’episodio non viene menzionato nella sua deposizione, anche quando l’avvocato Volo gli chiede il senso del messaggio che Sabrina gli invia il 31 gennaio 2023, ovvero due giorni dopo il party. Il Whatsapp della giovane per un «caffè volante» viene da lui interpretato come un tentativo di «venire a lavorare da noi», sfumato – aggiunge a verbale – perché «in quel momento non avevo bisogno di assumere nessuno». Formigli deposita addirittura la chat con il testo della sua risposta: «Ciao... volentierissimo, prossima settimana». Sabrina però non lo cercherà più. L’ultimo messaggio è del conduttore: come ha potuto allora Formigli affermare di non aver assunto Sabrina se è stata lei a non chiamarlo più? La difesa degli indagati punterebbe a dimostrare la volontà della giornalista di andare a lavorare con chi aveva appena denunciato, ma il materiale fornito dai suoi stessi testimoni sembra smentire questa tesi.

 

 

 

CORTOCIRCUITO
Altro punto centrale della memoria difensiva di Trocchia e Giudice, rafforzata proprio dalle dichiarazioni degli amici-testimoni, è la condizione psicofisica di Sabrina su cui si verifica un altro cortocircuito. Gli amici degli indagati la definiscono all’unisono «lucida» nonostante lo stesso pubblico ministero Barbara Trotta, nella richiesta di archiviazione su cui deciderà a breve il gip Maria Gaspari, l’abbia definita incapace di «determinarsi». Valutazione quest'ultima che poggia solidamente sulle dichiarazioni del testimone chiave, il tassista che accompagna Trocchia, Giudice e la vittima a casa dopo la festa, e che poi scorterà la giornalista al suo appartamento subito dopo la presunta violenza («era scossa e tremava»). Ed è sempre lui a dire ai poliziotti della Squadra mobile che la ragazza «biascicava»: non proprio caratteristiche di una persona sobria.

In un cortocircuito, l’avvocato degli indagati punta a ribaltare proprio la ricostruzione della Procura: con le dichiarazioni degli amici dei testimoni, infatti, vuole dimostrare che la giovane fosse presente a sé stessa e che gli atti sessuali verificatisi nel taxi (un bacio datole da Trocchia che le avrebbe preso la mano per appoggiarsela sui genitali) sarebbero naturalmente consenzienti. E per convincere il gip Gaspari (un magistrato noto, a Roma, per la serietà e la competenza giuridica) di questa tesi, la penalista ha depositato un video che mostrerebbe la vittima all'uscita dal pub insieme al resto della comitiva.

Nel filmato, secondo la difesa, si vedrebbe Sabrina perfettamente vigile e cosciente. Libero ha potuto visionare anche questo filmato e, in realtà, appare davvero difficile, per non dire impossibile, non solo riconoscere Sabrina, che compare per meno di un secondo nella registrazione, ma addirittura avere la velleità di indovinarne le condizioni. È una macchia nera che sfuma via tra gli altri astanti. Un frame che dimostra poco o nulla. Più che una prova giudiziaria assomiglia quasi a un atto di fede.

 

 

 

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