Malattia misteriosa: primo caso in Italia a Lucca, le condizioni del paziente
Il reparto Malattie Infettive dell’ospedale di Lucca ha lanciato l’allarme all’Istituto superiore di sanità: “Abbiamo seguito un paziente con febbre, tosse cefalea e anemia, rientrato dal Congo, lo ha colpito una malattia che non siamo riusciti ad individuare. Abbiamo eventualmente il siero raccolto durante la fase acuta della malattia e abbiamo ripetuto il campione in questi giorni, facendolo congelare insieme al sangue. Ritenete opportuno l’invio presso il vostro laboratorio?”. La mail è partita la sera di sabato. Subito si è attivato il ministero della Salute e Lucca sono arrivati anche i Nas, per raccogliere le provette e portarle a Roma. Questo paziente è il primo, fuori dall’Africa, a contrarre il virus del Congo? Nessuno lo pensa ancora, ma bisogna attendere i risultati di laboratorio.
Non si può dire altrettanto, appunto, in Congo dove l’emergenza è stata già annunciata dall’Oms, per una malattia provocata da un agente infettivo non ancora identificato che ha colpito una zona remota a sud ovest del paese, quella di Panzi. Ben 406 casi e 31 vittime e altri 44 decessi sarebbero stati registrati nei villaggi attigui. L’Oms cerca di capire se si tratta di un virus già conosciuto, in altre forme, oppure se siamo di fronte a un agente patogeno mai individuato prima. Il caso italiano presenta delle contingenze, perché quest’uomo di 50 anni è stato per sei mesi a lavorare nella ristorazione a Kinshasa, capitale del Congo, a circa 700 chilometri dalla zona “rossa”. L’uomo è stato ricoverato all’ospedale toscano dal 22 novembre al 3 dicembre, rientrato in Italia appena pochi giorni prima il 15, ma con sintomi febbrili già presenti da una decina di giorni. I primi dati delle autorità sanitarie congolesi, infine, hanno cominciato ad individuare i primi pazienti a Panzi intorno al 4-5 novembre.
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I tempi coincidono, anche se i luoghi tra loro sono distanti. Dato significativo, però, è anche l’assenza di contagio con i genitori, con i quali ha convissuto prima del ricovero, i colleghi di lavoro in Africa e chi lo ha seguito in ospedale. Spartaco Spani, responsabile del reparto Malattie infettive dell’ospedale di Lucca ha spiegato: “Abbiamo fatto una serie di esami, come radiografie, ecografie, ricerche di arbovirosi e malaria e non abbiamo trovato una causa specifica. Solo per scrupolo è stato ricontattato per accertamenti, ma ad oggi non c’è pericolo di contagio”. Maria Rosaria Campitiello, capo del dipartimento della Prevenzione e delle emergenze sanitarie del ministero della Salute, invece afferma: “Stiamo procedendo con i dovuti accertamenti, i campioni prelevati verranno prontamente analizzati dall’istituto superiore della sanità”.
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