Sepp Kerschbaumer, volantini choc in Alto Adige: "Grazie per la tua missione"
Paura in Alto Adige, dove sono comparsi all’improvviso per le strade manifesti per celebrare i sessant’anni della morte di Sepp Kerschbaumer, fondatore del Bas, movimento separatista che, negli anni ’60, fu autore di decine di attentati dinamitardi in provincia di Bolzano. Insomma, un terrorista. La firma di questo “omaggio”, come riporta il Corriere, è quella delle associazioni degli Schutzen e di Heimatbund, movimenti che si battono per l’indipendenza della regione dall’Italia. Sul manifesto campeggia in primo piano il volto di Kerschbaumer e sotto c’è la dedica “Danke fur deinen einsatz”, cioè “Grazie per la tua missione”.
Alle sue spalle, ancor più macabramente, l’immagine di un traliccio dell’elettricità che esplode in una palla di fuoco. Il riferimento è alle linee dell’alta tensione che, proprio in quegli anni, furono uno dei bersagli privilegiati dei terroristi altoatesini.
Roland Lang, presidente dell'Heimatbund lo ricorda così: “Kerschbaumer era un uomo profondamente religioso che ha cercato di cambiare la politica italiana in Alto Adige con tutti i mezzi pacifici possibili. Solo quando gli scioperi della fame, le lettere circolari e l'issamento della bandiera tirolese vietata non riuscirono a far cambiare la politica romana, decise di ricorrere a mezzi illegali”.
Alessandro Urzì, deputato di Fratelli d’Italia, non ci sta e replica duramente a questo omaggio: “Mai la violenza può essere celebrata. E mai possono essere celebrati come eroi coloro che hanno messo in atto stagioni di terrorismo”. Nato nel 1913 ad Appiano, Sepp Kerschbaumer negli anni del dopoguerra fonda, con altri soci, il BAS (Bedfreiungsausschuss Sudtirolvale, tradotto Comitato Per La Liberazione del Sud Tirolo). La notte più violenta della loro campagna dinamitarda è datata 12 giugno 1961, ricordata come “notte dei fuochi”: in provincia di Bolzano, infatti, vennero fatti saltare in aria a colpi di tritolo 34 tralicci dell'elettricità. Molti vennero arrestati, chi rimase in libertà si macchiò di orrendi crimini, tra cui omicidi di carabinieri e militari della Guardia di Finanza. Al processo a suo carico Kerschbaumer verrà condannato a 15 anni e 11 mesi, ma morirà nel 1964 nel carcere di Verona a causa di un attacco cardiaco.