Filippo Turetta, l'avvocato stringe la mano di Gino Cecchettin: "Non è facile"
"La capisco umanamente, ma il mio lavoro non è facile": Giovanni Caruso, difensore di Filippo Turetta, lo ha detto stringendo la mano a Gino Cecchettin, papà di Giulia, la 22enne uccisa dall'ex fidanzato, Turetta, con decine di coltellate l'anno scorso. Oggi, martedì 3 dicembre, è attesa la sentenza di primo grado. L'udienza, la quinta, prevedeva inizialmente le repliche del pm e delle parti civili all'arringa della difesa e l'eventuale controreplica, che però non ci sono state. Nessuna dichiarazione spontanea nemmeno dal 23enne sotto accusa. Dunque il presidente della Corte d'Assise di Venezia, Stefano Manduzio, ha dichiarato chiusa la fase dibattimentale per l'entrata in camera di consiglio.
Presente in aula l'unico imputato del processo, Turetta. In prima fila, tra i suoi difensori. Mentre Gino Cecchettin siede dalla parte opposta in seconda fila. Presenti, come parti civili, anche lo zio paterno della vittima, Alessio, e la nonna Carla Gatto. Assenti, come anche nelle altre udienze, i fratelli Elena e Davide. "Ognuna di queste due famiglie ha il proprio dolore. Spero che dalla parte di Turetta si soffra un po' di più, pensando che Giulia non c'è più, mentre Filippo è qui, anche se andrà in carcere - ha detto Alessio Cecchettin, zio di Giulia, parlando con i cronisti -. Filippo non ha mai chiesto scusa, non ha mai nominato Giulia. Forse è stata la situazione, ma non capisco il perché".
L'avvocato di Turetta stringe la mano a Gino Cecchettin in aula, guarda qui il video