Roma, altra follia di Gualtieri: vuole i bunker per proteggersi dal caldo
«Dovremo arrivare ai rifugi con l’aria condizionata». Anzi di più: «Nella migliore delle ipotesi, a causa delle isole di calore, temo che tra qualche anno noi conteremo i morti, come avveniva per il Covid. Ci dobbiamo occupare del domani. Avere dei luoghi con l’aria condizionata dove mandare le persone. Sarà imperativo». Il sindaco di Roma certo non può imputare ad un colpo di calore novembrino le sue recenti trovate. Prima ipotizzala creazione di «bunker condizionati per resistere alle ondate di calore». Smantellando parcheggi, abbattendo strade e piantando alberi per tentare di contrastare l’innalzamento delle temperature.
Poi, non contento della trovata dei bunker, pensa bene di aggregarsi all’appello della Caritas romana che implora di sospendere gli sfratti nella Capitale per i mesi dell’anno Santo. Ad una manciata di settimane dall’apertura del Giubileo - mentre Roma è un groviera e di bazar di cittadini infuriati - il sindaco si lancia in proposte che poco riguardano l’aspetto amministrativo del suo incarico. È vero che a Roma, come a Milano, l’emergenza abitativa è ormai una priorità. Peccato che i sindaci delle principali città si siano mai disperati nel riadattare, rigenerare o reperire nuove unità, salvo magari affittare a caro prezzo alberghi o case per tamponare le emergenze che finiscono di volta in volta sotto i riflettori.
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Gualtieri è costretto ad ammettere che esista «una emergenza abitativa che sta dentro a scelte sbagliate fatte per troppo tempo con l’addio alle politiche pubbliche, nella convinzione che il mercato avrebbe risolto tutto. Invece servono politiche pubbliche perla casa ed è quello su cui lavoriamo». Partiamo da Roma: nel 2023 - ultimi dati forniti dal Viminale - sono stati censiti circa 170 sfratti al mese. Una moltitudine di 18.600 famiglie attendono l’assegnazione di una casa popolare, ma il Comune latita. La collaborazione con l’Ater, l’azienda territoriale di edilizia residenziale pubblica della Regione Lazio- dopo annidi immobilismo- sta cercando di rimettere in moto il meccanismo.
Nel periodo tra il 2022 e il 2023, le assegnazioni di alloggi popolari appaiono in miglioramento, con, rispettivamente, 127 e 259 assegnazioni. Purtroppo al 7 ottobre sono state assegnate solo 86 case. Non è che vadano poi tanto meglio le cose al nord. Dai dati del Viminale è proprio la Lombardia al primo posto con una crescita del 13% nei primi 7 mesi del 2024. Nel capoluogo lombardo i provvedimenti di sfratto per morosità sono stati 1.489 mentre conteggiando anche le provincie della Lombardia si superano i 4.262. Tanti? Pochi? Bisogna tener conto che in questo censimento non ci sono solo alloggi di edilizia popolare. Il paradosso è che Milano e provincia ci sarebbero (?) la bellezza di 20mila alloggi sfitti di proprietà di Aler (e MM a Milano). Stessa musica nella Capitale. Su 81mila appartamenti di proprietà pubblica ben 18mila risultano occupati “senza titolo”.
Davanti a questi numeri la Caritas implora «la sospensione dell’esecuzione degli sfratti, almeno quelli per morosità incolpevole». L’idea del sindaco Pd non viene digerita da Giorgio Spaziani Testa, presidente di Confedilizia, che le derubrica come «dichiarazioni demagogiche e irresponsabili». Insomma, per il presidente della Confederazione, «anziché invocare provvedimenti liberticidi», i nostri amministratori «farebbero meglio ad attivarsi per mettere a disposizione di chine ha bisogno le migliaia di abitazioni del Comune e della Regione vuote e abbandonate».
Consapevole del problema il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, che assicura a stretto giro: «Nei prossimi giorni, siamo in fase di emanare la legge regionale di bilancio e di stabilità, ci saranno misure interessanti», assicura l’ex presidnete della Croce Rossa. Garantendo «una serie di provvedimenti per l’inclusione sociale: agevolazioni sugli affitti, lotta allo spreco alimentare, sostegno psicologico nelle scuole, accesso allo sport per tutti».