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Scuola, la nuova classifica delle migliori d'Italia: grosse sorprese in provincia

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Luca Puccini
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Primo: il liceo classico, oramai, non è più l’indirizzo migliore (quello scientifico, almeno complessivamente, lo batte nella classifica delle scuole con punteggi più alti secondo Eduscopio 2024, il report annuale della Fondazione Agnelli sulle classi italiane). Secondo: gli istituti di provincia non sono di provincia per niente (anzi, spesso son molto più quotati di quelli in città). Terzo: l’effetto Covid pesa ancora, ma i diplomati dei tecnici e delle professionali trovano sempre più lavoro nei due anni immediatamente dopo la maturità (e questo, va da sé, è un segnale assai incoraggiante). La scuola superiore. Che forma, che prepara alla vita, che non ti insegna tanto nozioni di storia o di biologia (beninteso, ci sono pure quelle), piuttosto un metodo. Lo stesso che serve in azienda come in facoltà: quello che approfondire, apprendere, applicarsi fa la differenza.

Quasi un milione e mezzo di diplomati (1.347.000), 8.150 indirizzi di studio (sia tra i plessi statali che tra quelli paritari) e due finalità entrambe ugualmente fondamentali (l’entrata nel mondo universitario o in quello lavorativo): l’edizione di quest’anno di Eduscopio mappa, città per città, provincia per provincia, quali sono le campanelle migliori (le trovate, suddivise per aree geografiche e per tipologia di istituto, nella tabella qui a fianco). Però, ecco, al netto di queste “pagelle” sui generis (nel senso che sono riferite più alla scuola che agli studenti), qualche considerazione conviene farla. Anzitutto mettiamoci l’anima in pace circa il mito del liceo classico come scelta principe una volta conclusa la terza media: era così una volta, continua ad essere così per chi è portato per le materie umanistiche e le declinazioni del latino, ma sono quelle matematiche che racimolano le votazioni migliori.

 

Per esempio, il liceo scientifico Niccolò Machiavelli di Firenze ottiene, ora, un indice Fga (che sta per “Fattori di graduazione accademica” ed è un indicatore che tiene conto sia della bravura media degli alunni che della rapidità con cui superano gli esami) di 90.66. È altissimo. Il liceo Nervi-Ferrari di Morbegno, in Valtellina, centra un punteggio di 90.55. Per i classici, invece, tra i migliori in assoluto spiccano l’Antonio Banfi di Vimercate (Monza) e il Visconti di Roma che, però, rispettivamente raggiungono la quotazione di 82.6 e 80.65. Si tratta, in entrambi i casi, di risultati molto significativi, ma sono anche ben distanziati rispetto a quelli segnati dai colleghi alle prese con l’algebra (ed è un cambio di passo non da poco considerando la scarsa attitudine che, spesso, viene indicata, in Italia, per i numeri).

Un altro aspetto che balza all’occhio è che le cittadine di provincia spesso (spesso, non sempre) danno filo da torcere alle scuole blasonate del centro città. Il miglior liceo classico del Milanese è a Magenta (è il Salvatore Quasimodo), il miglior liceo classico di Firenze è a Empoli (il Virgilio), il miglior liceo linguistico di Napoli è a Procida (il Caracciolo- Procida), il miglior istituto tecnico tecnologico di Bologna è a Imola (il Paolini - Cassiano): tra l’altro, in assoluto, tra gli istituti tecnologi, il migliore è a Fossano, in provincia di Cuneo. La ricerca di Eduscopio è direttamente consultabile sul sito dedicato: basta scegliere l’indirizzo di studi, implementare la provincia di residenza e, in automatico, da quest’anno, compara tutte le scuole presenti.

Capitolo un po’ più dolente è ciò che succede dopo, cioè quel che avviene una volta passato l’esamone dell’ultimo anno: i dati analizzati sono riferiti al 2021, quindi al periodo della pandemia, ma è stato notato come chi ha optato per l’immatricolazione universitaria si sia scontrato con una difficoltà sempre maggiore (il 20% dei ragazzi non ha sostenuto alcun esame al primo anno di corso quella percentuale, giusto tre anni prima, scendeva al 14%), mentre chi ha deciso di cercare subito un impiego (per lo più i diplomati degli istituti tecnici e delle professionali) ha aumentato di un ottimo più 5% (passando dal 30 al 35%) il tasso di occupazione nei due anni post diploma. Va bene così, anzi è un bene che sia così: non tutti sono portati per lo studio, dirlo (oramai) non è più un tabù e viva quei ragazzi e quelle ragazze che preferiscono rimboccarsi le maniche (e magari non stare seduti sul divano di mammà).

Il Volta di Milano, il Righi di Roma, il Leonardo da Vinci di Jesi, il De Gasperi di Borgo Valsugana, il Fermi di Padova, il Marie Curie di Savignano sul Rubicone: scuole d’eccellenza, scuole italiane, scuole che non hanno nulla da invidiare a quelle estere. A Milano intesa come città e senza contare l’hinterland per gli scientifici delle scienze applicate è saldo al primo posto (ma non è una novità) il liceo della Comunità ebraica; a Torino tra i classici svetta il Vincenzo Gioberti; a Bologna il miglior linguistico è il Niccolò Copernico; a Bari il Gaetano Salvemini guida la classifica degli scientifici sportivi; a Cagliari l’Eleonora D’Arborea quella dei licei delle scienze umane; a Genova l’Eugenio Montale quella degli istituti tecnici economici. «Anche quest’anno la nostra piattaforma, che è completamente gratuita, offre un enorme mole di informazioni e di dati insieme a strumenti che sono facili da usare», dice, a proposito, Andrea Gavosto, che è il direttore della Fondazione Agnelli.

 

 

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