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Scuola, prima le suore poi la pubblica com'era diverso una volta

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 Non è neppure finito novembre della seconda media, ma prima di scegliere i regali di Natale per la prole, tocca decidere dove faremo il liceo. Faremo non è un modo di dire: fotografa la realtà, oggi la scuola la si fa tutti insieme, genitori e figli, uno stress collettivo. Lo scopri al bar, dopo aver depositato l’erede. La madre di una compagna di classe ti manda il cornetto di traverso: «È uscita la classifica di Eduscopio con i migliori licei, non c’è un minuto da perdere». Li segnala la Fondazione Agnelli; mai rampolli della real casata non passano direttamente dal precettore in villa al liceo in Svizzera? Va beh, sarebbe velleitario paragonarsi.

ASPIRAZIONI
Scopro che bisogna trasferirsi a Morbegno, al liceo Nervi-Ferrari, uno dei migliori d’Italia, in Valtellina ma senza piste da sci sotto casa. Non va bene. Per il milanese, anzi l’urbanizzato doc, la scuola migliore non è quella dove insegnano meglio. Contano anche le conoscenze. Il ragazzo, o la ragazza - nelle aspirazioni dei genitori verso i figli è stata raggiunta la parità totale - deve farsi le amicizie, crearsi una rete; altrimenti quando cresce, se è un fesso, chi lo piglia? Mi risollevo nello scoprire che a Milano il miglior classico è il Sacro Cuore. (...)

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