Allarme per il ritorno degli opposti estremisti però i picchiatori sono soltanto rossi
Aiuto, stanno tornando gli estremisti. Le piazze contrapposte. La violenza politica. È questo l’allarme lanciato ieri da diversi giornali dopo quello che è successo a Bologna: attenzione, stiamo scivolando di nuovo nello schema “rossi contro neri”. E quindi occhio a come parliamo.
Basta usare termini come “camicie nere” o “zecche rosse”, perché sono parole che evocano un passato che ci auguriamo di non vedere tornare. Il ragionamento ha un senso, per carità, ma ci sono un po’ di cose che non tornano... «Gli anni Settanta, gli opposti estremismi, i cattivi maestri», ha scritto Venanzio Postiglione sul Corriere della Sera, «lasciamoli alla storia, ai film, alle serie tv. Quanti morti, quanta follia, quanti danni». Chiaro, nessuno (lo speriamo) vuole tornare alle spranghe e alle P38.
Ma poi Postiglione ha aggiunto: «CasaPound e la Rete dei patrioti hanno avuto una pessima idea. Sfilare a Bologna, la città della strage fascista, nei giorni della campagna elettorale, per dire “basta con il degrado” (anche originali). Un errore. Che ha chiamato l’errore opposto. I ragazzi della sinistra estrema in piazza per impedire il corteo e per attaccare la polizia. Si sono nominati, da soli, custodi della democrazia e della Costituzione: grande autostima».
Ecco, qui è più difficile seguire il ragionamento. L’«errore» dell’estrema destra sarebbe stato quello di fare una manifestazione a Bologna, cosa che non risulta sia un reato. Eppure sarebbe stato proprio questo presunto errore a provocare «l’errore opposto», quello degli antagonisti, che hanno deciso di provare a impedire il corteo dei rivali e di scontrarsi con la polizia. Bè, non sono due cose che si possono mettere sullo stesso piano. Manifestare pacificamente è un diritto di tutti, aggredire la polizia è un reato indipendentemente da chi lo commette. Sabato, a Bologna, c’erano due piazze “nemiche”? Gli opposti estremismi? Ok, ma non si può non notare e non dire che i picchiatori stavano solo dalla parte sinistra del campo. E sono loro che andrebbero condannati da tutti.
E invece no. Le due piazze vengono di fatto equiparate. Anzi, secondo la sinistra, che non ha preso le distanze dalle violenze rosse, il problema è soltanto la manifestazione di CasaPound e della Rete dei Patrioti. Ed è la destra che dovrebbe dissociarsi dalla violenza. Il mondo al contrario, direbbe qualcuno...
«Sabato a Bologna», ha scritto Carlo Galli su Repubblica, «è andata in scena una provocazione ben riuscita. Una manifestazione di CasaPound ha suscitato una contromanifestazione degli antagonisti di sinistra». Chiaro, no? La provocazione è quella dell’estrema destra che ha sfilato senza creare problemi. Il resto, la contromanifestazione degli autonomi con le botte alla polizia, è solo una conseguenza apparentemente inevitabile. Ma non basta. Perché poi la riflessione di Galli si è spostata sulla politica istituzionale. E pare di capire che non è un grande problema se la sinistra non condanna i picchiatori rossi, perché chi deve prendere le distanze dagli estremisti è sempre e comunque la destra: «Per quanto riguarda la sinistra, è pura fantasia ipotizzare una continuità fra il suo partito principale e ogni forma di violenza». Perché già il Pci «chiuse ogni rapporto con i gruppi della sinistra estrema. E fu soprattutto nemico del terrorismo, pagando l’inimicizia con la morte di suoi esponenti (si pensi a Guido Rossa). Nessuna contiguità o ambiguità c’è qui da superare».
Tutto cambia se si guarda dall’altra parte: «All’opposto stanno le cose a destra. Qui il rapporto con la violenza fu rivendicato anche ai massimi livelli (si ricordi Almirante e lo “scontro fisico”), il confine tra il partito e i gruppi eversivi fu più ambiguo, l’estraneità alla cultura democratica fu più decisa». Per questo, dalle parti di Fratelli d’Italia «continua a pesare un’estraneità storica alle tradizioni democratiche che sfuma in un’accettazione soltanto di fatto delle forme e delle idee della democrazia: è proprio questo a lasciare margini per incertezze e passi falsi». Si potrebbe ricordare che Almirante era quello che chiedeva la «doppia pena di morte» per i terroristi neri. E si potrebbe anche ricordare che il Msi è il partito che negli annidi Piombo ha avuto più vittime (una ventina gli attivisti uccisi, in gran parte giovanissimi). Ma tanto i progressisti continueranno a recitare il solito copione. I militanti di sinistra menano? La destra deve prendere le distanze dalla violenza. È la democrazia secondo i compagni...