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Enna, qualcosa non torna sul suicidio di Larimar Annaloro: "La porta era aperta, come era il suo corpo"

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Rimane un mistero la morte della 15enne di Enna. Definito subito un suicidio, qualcosa però ai familiari non torna. "Chi sa parli. Mia sorella non si è tolta la vita, troppe incongruenze, troppe incoerenze", dice ai microfoni di Ore 14, la trasmissione condotta da Milo Infante su Rai 2, la sorella di Larimar Annaloro. La giovane è stata trovata impiccata con una corda nella casa in campagna della famiglia a Piazza Armerina. Un caso dai risvolti ancora oscuri e su cui la Procura della città siciliana ha aperto un'indagine per istigazione al suicidio.

"L’ha trovata mia madre, mio padre era dietro di lei – ha raccontato la sorella – c'era la porta aperta, la stanza a soqquadro, l’ha vista in ginocchio, toccava terra. Lei era intelligente, sapeva che l'avrebbe trovata uno dei nostri genitori, non avrebbe mai procurato loro un dolore così grande. Siamo confusi, non pensiamo a niente, chi sa deve parlare, io non dormo da quattro giorni, se qualcuno c’entra sarà vivo ma non riposerà mai più col senso di colpa addosso. Il suicidio mi lascia più domande di tutto il resto. Di limpido e cristallino non c'è niente".

 

 

Al momento a prevalere è la pista del Revenge porn, a causa di alcuni video intimi circolati. "Mi ero accorta che aveva pianto. Quel giorno mi aveva detto che aveva avuto dei diverbi con le compagne di scuola - sono state le parole della madre -. L'hanno umiliata a tal punto che in 40 minuti mia figlia si è tolta la vita. L'hanno fatta sentire una nullità, lei non ha sopportato la vergogna e l'umiliazione". Alcuni coetanei hanno riferito che circolava la notizia di foto e video intime della giovane diffuse nelle chat e che la ragazza era stata insultata da studenti del suo liceo durante una lite con una compagna.

 

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