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Roma, alunni del liceo obbligati per punizione ad ascoltare Antonio Scurati

Giovanni Sallusti
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Non so voi, ma io confesso che al cinquantanovesimo minuto di sermone di Antonio Scurati su “Fascismo e populismo” rischierei seriamente di rivalutare la figura e l’opera di Roberto Farinacci. Trattasi di iperbole, lo annoto per i microcefali della Resistenza immaginaria. Quel che invece è reale è la decisione dei docenti e del consiglio d’istituto del Liceo Montessori di Roma, anche se sembra piuttosto un remake rionale e politicamente corretto delle sedute di autocoscienza di maoista memoria. Con l’indubbia differenza che, laddove le Guardie Rosse garantivano una brutale efficacia, questi nuovi custodi del “gulag rosé” (come Giovanni Testori battezzava il caravanserraglio progressista contemporaneo) paiono piuttosto dei professionisti dell’autogol.

Prendete infatti due studenti pirla, ed evidentemente poco studiosi, che hanno avuto nemmeno l’idea, ma l’istinto beota di fotografarsi intenti a sfoggiare il braccio teso in segno di saluto nostalgico, davanti a uno striscione della loro lista per le elezioni scolastiche, “Riscatto”. Provate a immaginare il modo migliore per convincerli della fondatezza della pirlata, talmente infondata da essere smentita dalle loro giornate di ragazzi liberi in una nazione libera dentro uno spicchio di mondo libero. Otterrete esattamente l’ideona (anche qui, di idee intellettualmente degne di questo nome nisba) dei loro punitori “democratici”. Dieci giorni di sospensione (ottimo, così acquisiranno ancora meno nozioni). Lavori socialmente utili da svolgere all’interno dell’istituto (il provvedimento meno sconclusionato, ma anche il riconoscimento implicito di un cavallo di battaglia del ministro Valditara, su cui le anime belle hanno simulato scandalo per mesi). Dopodiché, un percorso di letture “obbligate” sugli anni della dittatura e della lotta di Liberazione (impostazione che già dal linguaggio pare trarre ispirazione involontaria dalla dittatura medesima, sostanzialmente l’ossimoro di combattere il fascismo a colpi di Minculpop).

 

 

 

LA TRILOGIA
Trattasi della trilogia composta da Il sentiero dei nidi di ragno di Italo Calvino, Il garofano rosso di Elio Vittorini e La ragazza di Bube di Carlo Cassola. Testi che verranno senz’altro profondamente meditati e introiettati in modo durevole dai due pirla gesticolanti, visto l’istituto dell’imposizione (che al massimo gli convincerà della giustezza dell’imposizione uguale e contraria).

Ma la sanzione davvero visionaria, quella per cui non è sufficiente la canonica sciatteria educativa, ma occorre del genio (involontariamente) distopico, è l’ultima. Riportiamo la notizia come l’ha diffusa Repubblica, immaginate tutto l’entusiasmo della cronista Valentina Lupia mentre descrive quella che pare un’appendice minore al 1984 orwelliano aggiunta da uno psicopoliziotto wokista. I due ragazzotti dovranno «ascoltare e studiare un intervento di Scurati lungo circa un’ora, pubblicato su YouTube», imperniato sul tema «Fascismo e populismo».

 

 

 

MODELLO ORWELLIANO
Orwell, in effetti, si era fermato ai due minuti d’odio funzionali al culto del Grande Fratello. L’Ora di Scurati, piuttosto, rimanda al Trattamento Ludovico di Arancia Meccanica: interminabili sedute in cui al protagonista viene inflitta la visione di immagini scioccanti che hanno l’obiettivo di spegnere l’impulso criminale. Non sappiamo se anche in questo caso, come avveniva nel capolavoro di Kubrick, sia previsto l’utilizzo di pinze che mantengono forzatamente spalancati gli occhi ai rieducandi (anche perché sarebbe in effetti l’unico modo per tenere un essere umano, per quanto pirla, inchiodato davanti a un’ora di concione scuratiana).

Possiamo, però, ipotizzare alcune reazioni alla rieducazione antifascista, dopo un’ora di perle analoghe alle seguenti (tratte, appunto, da Fascimo e populismo, scritto dal censurato più pubblicato della storia della censura per Bompiani). «Che cosa si fa quando si sta un passo indietro? Si ragiona, si analizza, si prevede? No: si fiuta». «E qual è l’odore dominante quando la civiltà si avvilisce al suo substrato animale? L’odore acido della paura». «Ieri paura del trionfo della rivoluzione socialista, oggi paura del trionfo delle speranze in una vita migliore di popoli costretti a migrare in massa verso l’Europa».

Reazione numero uno: i due liceali passano dal fascismo inconsapevole all’etilismo volontario. Reazione numero due: prendono a martellate lo schermo e corrono a tesserarsi a Forza Nuova. Reazione numero tre: abbandonano la scuola perché si rendono conto di cosa sia oggi un intellettuale. Mi fermo qui, perché avendo ultimato il percorso scolastico, e non avendo intenzione di iscrivermi a Forza Nuova, ho l’irresistibile tentazione di versarmi da bere.

 

 

 

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