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La Russa jr, l'ombra della trappola: la banda sapeva prima dell'indagine

Brunella Bolloli
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Mentre il Senato accelera sulla proposta di una commissione monocamerale di inchiesta parlamentare sul dossieraggio, emergono altri inquietanti sviluppi sulla banda di Milano che spiava politici, aziende, sportivi e che poteva vantare su un archivio sterminato in cantina «grande quanto il Duomo». Il capo era Enrico Pazzali, che i sottoposti chiamavano «lo zio bello» e che ora si è autosospeso da presidente della Fondazione Milano Fiera dopo che la procura ha scoperchiato gli affari illeciti che ruotavano attorno alla sua società di “investigazioni” e hackeraggio, Equalize. 

Il quartier generale della società era in un appartamento a via dei Pattari, pieno centro del capoluogo lombardo, agile per incontri, pranzi di rappresentanza e “incursioni” in tribunale dove la “banda” di Pazzali e dell’ex super poliziotto Carmine Gallo poteva contare su entrature e legami con altri soggetti delle forze dell’ordine e della galassia che opera attorno ai Servizi segreti, perfino stranieri. Gli investigatori milanesi che indagano sul dossieraggio hanno infatti rilevato che «in molte occasioni» Pazzali frequenta il Palazzo di Giustizia «dove ha incontri istituzionali e amichevoli con numerosi addetti ai lavori». Come indicato nella conversazione ambientale dell’11 dicembre 2023 da Samuele Nunzio Calamucci (informatico ai domiciliari) «Enrico frequenterebbe gli ambienti giudiziari milanesi come necessità che risponde ad una specifica tattica che vorrebbe orientarne l’azione penale garantendosi l’impunità o quantomeno presentandosi come un soggetto “insospettabile” e vicino alle istituzioni».

 

Talmente «insospettabile», fino a prima dell’inchiesta, da essere amico, tra gli altri, del presidente del Senato Ignazio La Russa ed è per questo che oggi suona quanto mai preoccupante l’episodio, citato nell’informativa dei carabinieri agli atti dell’indagine, relativo alla vicenda che ha coinvolto il figlio del presidente, Leonardo La Russa, denunciato da una ragazza che aveva trascorso con lui la notte tra il 18 e il 19 maggio del 2023. Un caso di presunta violenza sessuale, sul quale il giovane La Russa, accusato con un amico, si è sempre dichiarato innocente: «La ragazza era consenziente».

Ora, è possibile che Leonardo sia stato a sua volta vittima di una trappola ordita a sua insaputa dalla cricca di via Pattari? Il dubbio è lecito incrociando le date perché Pazzali e soci cominciano le ricerche sull’amico Ignazio e sui suoi figli (è stato spiato anche Geronimo) proprio il 19 maggio 2023, vale a dire il giorno successivo al presunto stupro a casa La Russa. Peccato che la denuncia-querela della ragazza, che andò il pomeriggio stesso al pronto soccorso accompagnata dalla madre, è di quaranta giorni dopo quella data. Infatti la procura di Milano apre un fascicolo il 3 luglio e la notizia esce sul Corriere della Sera il 7 luglio. Quindi, perché le ricerche di Equalize avvengono il 23 maggio? A che scopo? Nessuno, tantomeno il presidente del Senato, ha mai commissionato ricerche su Leonardo e Geronimo, l’ha spiegato lo stesso La Russa interpellato ieri dal Fatto quotidiano.

«Questa è la prova provata che c’è qualcuno che voleva informarsi su di me. E nessuno in quella data poteva sapere quello che era successo. Quindi vuol dire o che è una circostanza casuale, ed è impossibile, o Pazzali mi deve spiegare chi poteva in quella data avere bisogno di avere informazioni su mio figlio». Domande a cui, forse, gli imminenti interrogatori potranno dare una risposta.

Intanto in un’altra delle intercettazioni agli atti dell’inchiesta della Dda di Milano, l’hacker Calamucci avverte Gallo «di alcune informazioni ricevute che riguarderebbero un’attività del Cnaip della Polizia Postale». Documenti importanti che proverebbero la fragilità del sistema. E Calamucci circa un’operazione che ha portato a scoprire alcuni soggetti dediti ad accessi abusivi allo Sdi: «Ok perché hanno beccato quelli che si fanno... come si chiama gli Sdi...», «e la Procura ha capito... perché ha avuto una segnalazione da Snai...», «appena mi mandano i dettagli telo giro così gli dai una guardata...». Intanto, prosegue a Perugia l’inchiesta sugli accessi abusivi alle banche dati dello Stato. Un’indagine partita a Roma grazie all’esposto del ministro della Difesa, Guido Crosetto.

 

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