Dossieraggio, la password dello spione? "Putin1424"
Si allarga a macchia d'olio lo scandalo dossieraggio. Dopo Milano, anche la Procura di Roma indaga per accesso abusivo di un sistema informatico, violazioni relative alla privacy ed esercizio abusivo della professione in un procedimento a carico di un gruppo che avrebbe svolto attività di dossieraggio e raccolta illecita di dati.
Il procedimento, al momento senza indagati, viaggia in parallelo con quello avviato a Milano con il coordinamento della Procura Nazionale Antimafia. In base a quanto si apprende l'attività di indagine nella Capitale, affidata alla Polizia Postale, è scattata nella primavera scorsa, come anticipato dal sito Today.it. Il gruppo, denominato 'Squadra Fiore', sarebbe composto anche ad ex appartenenti alle forze di polizia che operava in un appartamento nella zona nord-est di Roma e lavorerebbe anche per committenti esteri.
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Da Milano, intanto, emergono dettagli tra l'inquietante e il grottesco. Come riporta il Corriere della Sera, nelle intercettazioni i carabinieri hanno captato anche la password utilizzata da Samuele Calamucci, uno degli "spioni", per accedere al sistema Beyond: "Putin1424". "Una via di mezzo - scrive il quotidiano esprimendo lo sconcerto degli stessi inquirenti - tra un suprematista e un boomer, non proprio il livello di sicurezza che ci si aspetta da un informatico di tale livello".
La polemica, nel frattempo, è già diventata politica. Secondo Giovanni Donzelli, capo dell'organizzazione di Fratelli d'Italia nonché deputato, l'ennesima attività di dossieraggio scoperta oggi "accende una luce sinistra su quello che accade nel nostro Paese. Una serie infinita di reati si profila all'orizzonte, a partire dall'accesso abusivo ai sistemi informatici. Viene da chiedersi a chi serve questa attività. Le risposte arriveranno presto".
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Per le opposizioni però la colpa sembra essere del governo e del centrodestra, in un surreale ribaltamento di ruoli dal momento che proprio gli esponenti della maggioranza risultano i più "attenzionati" dai dossier illegali.
"Ribadiamo come Pd la richiesta fatta ieri dai capigruppo alla Camera e Senato, Chiara Braga e Francesco Boccia, della necessità urgente di un'informativa del governo sulla questione cybersicurezza. Chiediamo come sia stato possibile violare il sistema di sicurezza e se ci sia il coinvolgimento di parti deviate dello Stato", attacca il deputato del Pd Andrea Casu, secondo cui "il governo ha perso diverse occasioni per potenziare la cyber-sicurezza e va avanti a spot lasciando alle imprese e ai cittadini l'onere di provvedere alle soluzioni. Il risultato è che le informazioni più sensibili diventano ogni giorno più accessibili agli attacchi hacker che si passano parola e scelgono sempre più frequentemente il nostro paese. Ci sono i paradisi fiscali dove tutto il mondo porta i capitali e i paradisi dei cyber-attacchi dove tutti vengono a depredare dati e risorse". "L'Italia - conclude l'onorevole dem - è diventata un paradiso dei cyber-attacchi perché non c'è alcuna azione concreta e perché il governo non rispetta gli impegni contenuti nella strategia nazionale della cyber-sicurezza e va avanti senza stanziare neanche un euro in più per fermarli".