Pro Pal a Roma, corteo fuori controllo: bottiglia in testa a un cameraman, ferito
Violenza al corteo pro Palestina a Roma: un operatore di una televisione è stato ferito alla testa da una bottiglia che un manifestante gli ha tirato addosso nella stazione della metro Eur Fermi, dove i partecipanti alla manifestazione erano in attesa del convoglio. Secondo le prime ricostruzioni, l'antagonista non gradiva essere ripreso.
Nel pomeriggio di oggi, martedì 8 ottobre, scortata dalla polizia in tenuta antisommossa, un'ottantina di giovani dei collettivi studenteschi ha sfilato con bandiere della Palestina e fumogeni rossi. Gli slogan e i cori ripetuti più spesso sono stati: "Saremo sempre accanto ai popoli che lottano. Palestina libera, Libano libero" e "Libertà, libertà, Palestina vincerà". Il corteo è partito dalla stazione metro Laurentina ed è arrivato a poca distanza dal centro congressi "La Nuvola", nel quartiere Eur di Roma, dove si stava tenendo l'evento Cybertech Europe.
Alla manifestazione si sono sentiti anche cori come: "Dove sono gli infiltrati?" e "Tiziano libero", con riferimento allo studente di 24 anni arrestato dopo gli scontri di sabato 5 ottobre al corteo pro-Pal di piazzale Ostiense, a Roma, e per cui ieri sono stati disposti gli arresti domiciliari in attesa del processo. "Se non cambierà, Intifada pure qua", oppure "Hanno paura che ci avviciniamo alla Nuvola" altri slogan frequenti.
Al megafono, invece, gli attivisti hanno detto: "Sempre accanto ai popoli che lottano. Palestina libera". Poi sono entrati in metro continuando a scandire cori "Netanyahu assassino", "Palestina libera" e "Libano libero". Il presidio organizzato da alcuni collettivi studenteschi si intitolava "Sabotiamo il genocidio, disertiamo la guerra e chi ne guadagna". "Non cadiamo ai giochi repressivi - ha detto una ragazza di 23 anni del collettivo Zaum (Zone autonome università e metropoli, ndr) - sappiamo da che parte vogliamo stare, ossia quella giusta della storia al fianco del popolo palestinese. La manifestazione è vietata? In Italia le manifestazioni non si autorizzano, si dà un preavviso".