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Chiara Petrolini, "il diavolo lavora molto": la confessione choc della catechista

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Chi è davvero Chiara Petrolini? La ragazza solare, semplice, simpatica, di cui tutti si fidavano o la donna capace di uccidere due neonati dopo averli dati alla luce, avendo nascosto a tutti le sue gravidanze. Ogni giorni che passa si arricchisce di dettagli sconvolgenti e raccapriccianti sul conto della 21enne di Traversetolo, in provincia di Parma, attualmente in carcere con l'accusa di duplice omicidio. 

"Quando ho saputo quello che era successo, ho pensato che il diavolo lavora molto. Ma se fosse possibile vorrei andare a trovarla", dice Laura Caiulo, catechista di Chiara, intervistata dalla trasmissione Ore 14 su Rai 2 condotta da Milo Infante. "Chiara - sottolinea Caiulo - era una ragazza disponibile, decisa a percorrere un cammino di vita atto anche ad aiutare i ragazzi tanto che poi ha scelto scienze dell'educazione, proprio per stare con i bambini. Era un riferimento, carina, dolce e mi ha aiutato tanto con i ragazzi. Avevo detto anche al sacerdote, don Giancarlo, che poteva fare un cammino individuale, anche nell'ambito del catechismo, così lui le ha affidato una classe. I bambini l'hanno sempre amata. Anche le mie nipoti in particolare continuavano a scriverle tante volte, stavano bene con lei". Visibilmente commossa, Caiulo ha espresso il desiderio "di andare a trovarla, se sarà possibile e se potrò".

 

 

 

Oggi ha parlato anche Samuel, l'ex fidanzato di Chiara che ha sempre sostenuto di essere stato tenuto all'oscuro di tutto. "Sono state settimane molto difficili per me perché sono finito, mio malgrado, al centro di una storia non tanto bella", spiega il ragazzo intervistato a Porta a Porta. "Come ho già detto in più circostanze e nelle sedi opportune - ha ribadito il giovane, padre dei due neonati - io non sapevo nulla, non me l'aspettavo proprio e ha colpito, come ha colpito tutti, anche me. La mia vita privata è finita sotto la lente di ingrandimento sia di tutto il Paese che dei giornalisti e giustamente della procura. Ho trovato i giornalisti sotto casa, davanti al mio posto di lavoro e in giro per le vie di Traversetolo, mattina e sera. Sono finito dentro a un frullatore".

 

 

 

"Ho subito tutta questa pressione in un momento di debolezza e ho sentito l'esigenza di sfogarmi come ho fatto nell'intervista che è uscita. Lo sentivo proprio che dovevo farlo, è stato veramente liberatorio per me. Non avevo la percezione di quanto clamore mediatico potesse poi creare parlare anche solo per così poco. Avrei dovuto mantenere il silenzio e lo farò da ora in poi nel rispetto delle indagini ancora in corso e nel tentativo di riprendere in mano la mia vita che ormai non ha una direzione molto giusta. Sono inevitabilmente sconvolto da questa vicenda e dal clamore mediatico che ha suscitato la storia e sarò sempre a disposizione delle forze dell'ordine per eventuali chiarimenti sulle indagini però da ora in poi vorrei mantenere assoluto silenzio e vorrei che mi lasciassero un po' stare. Vorrei riuscire a guarire da tutto quello che mi è appena successo", ha aggiunto il ragazzo. "Vorrei che tutti capissero me in questa situazione. Ho parlato e penso di aver detto tutto quello che potevo dire. Vorrei un po' di stop, un momento di riflessione anche per me". 

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