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Cgil, il contrappasso: il sindacato di Landini condannato a riassumere gli espulsi

Antonio Castro
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Mister Landini viene condannato a riassumere tre lavoratori della Cgil sarda cacciati in malo modo e ora reintegrati dai giudici. La notizia è di ieri e si incolonna nell’infinita sequela di guai del sindacato più a sinistra d’Italia. Prima l’Umbria, poi la Sicilia, adesso la Sardegna. La “saponetta” sindacale che ha ereditato la scrivania dai compianti compagni barricaderi Giuseppe Di Vittorio e Luciano Lama sembra essersi avvitata in una serie infinita di guai. Paradosso per un sindacato che dovrebbe difendere i lavoratori e che invece finisce in tribunale sul banco degli imputati per atteggiamenti contro i lavoratori.

Bisogna avere la memoria lunga. E un tantino di pazienza: correva l’anno 2017 quando Francesca Nurra, Massimiliano Muretti e Gavino Doppiu, insieme ai vertici della Cgil regionale e nazionale, furono coinvolti in un’operazione che portò all’espulsione di Giovanni Piras, Salvatore Frulio e Antonio Rudas. Quest’ultimo subì anche il licenziamento. Capitolo chiuso?

 

 

Non proprio. Tre sentenze definitive hanno dichiarato illegittime quelle decisioni. Soddisfatti del pronunciamento della magistratura, i tre tenaci sindacalisti stanno costituendo un gruppo di rappresentanza sindacale giocando con le vocali (scompare la “i”) e salta fuori l’acronimo “Come Gestire i Licenziamenti”, ovvero Cgl. Vogliono mai come ora continuare ad impegnarsi socialmente, come hanno sempre fatto, con l’obiettivo dichiarato «di contrastare l’incoerenza e l’ipocrisia».

C’è poi un capitolo tutto sassarese nella vertenza interna alla Cgil passata per i vertici regionali e nazionali che qualche anno fa aveva portato financo al licenziamento dell’ex segretario generale Antonio Rudas e all’espulsione di altri due esponenti delle categorie della Cgil di Sassari: Salvatore Frulio (oggi assessore comunale a Porto Torres nella giunta guidata da Massimo Mulas) e Giovanni Piras. Di quella vicenda, tenuta inizialmente sotto traccia e solo nell’ambiente sindacale, e poi riportata a galla da qualche approfondimento giornalistico, se ne erano perse le tracce.

Ora, invece, la storia - ricostruita da Il Nuovo - torna alla ribalta. Anche Rudas, Frulio e Piras hanno deciso di convocare una conferenza stampa per sabato prossimo, 5 ottobre, (hotel Carlo Felice di Sassari, h 11), per raccontare i dettagli della vicenda. L’ironia in casa Cgl è di casa: «L’invito è stato esteso anche al segretario nazionale Maurizio Landini che ha rappresentato legalmente l’organizzazione davanti al Tribunale civile di Roma. Gli sarà così offerta l’opportunità di chiarire la posizione della Cgil nazionale, sconfitta in sede giudiziaria.

Anche Francesca Nurra, Massimiliano Muretti e Gavino Doppiu che hanno rappresentato la Camera del lavoro di Sassari, sconfitta in Corte d’Appello, sono stati invitati a partecipare». Il clima è rovente. Gli espulsi- ora reintegrati dalla magistratura- accusano la confederazione di Corso Italia «di avere smarrito la propria missione, adottando metodi inappropriati per silenziare il dissenso interno». Un comportamento che solleva preoccupazioni non solo riguardo alle decisioni annullate dai giudici ma anche sull’approccio complessivo della Cgil nella gestione delle critiche e delle divergenze interne».

 

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