Mestre, il moldavo che ha ucciso Giacomo in Italia "grazie" alla Ue
Non si è voltato dall’altra parte. Ha provato a difendere una donna appena aggredita. Ma davanti a lui, purtroppo, c’era un rapinatore senza scrupoli: un malvivente moldavo di 40 anni che non ha esitato a tirare fuori un coltello e a uccidere. Ha perso la vita così, in un letto del pronto soccorso dell’ospedale Dell’Angelo di Mestre dove è arrivato in fin di vita, Giacomo Gobbato, 26 anni, di Mestre. La tragedia si è consumata nella notte tra venerdì e sabato, poco dopo le 23, in corso del Popolo, nella città della terraferma veneziana dove la vittima era nata e cresciuta. Giacomo in quel momento si trovava insieme a un amico, Sebastiano. Mentre camminavano, i due giovani hanno assistito all’aggressione di una donna da parte dello straniero.
Entrambi sono subito intervenuti per fermarlo e per difendere la donna in quel momento vittima di una rapina. Il moldavo, che come detto stava tentando di rapinare la donna, ha estratto un coltello e colpito entrambi. Giacomo è stato accoltellato all’addome: un fendente forte e profondo che non gli ha dato scampo. L’amico invece è stato accoltellato alle gambe. A lanciare l’allarme sono stati i residenti della zona, allertati dalle urla delle vittime. Pare che siano stati proprio i cittadini a bloccare il moldavo, che nel frattempo aveva provato a compiere una seconda rapina. Gobbato è subito apparso in gravissime condizioni. E infatti il 26enne è deceduto dopo il trasporto d’urgenza all’ospedale Dell’Angelo. Sebastiano è stato trasportato anch’egli in ospedale, dove è stato ricoverato, ma non corre alcun pericolo di vita. Il 40enne moldavo è stato arrestato con l’accusa di omicidio. In tanti sui social hanno sottolineato che il rapinatore era uno straniero.
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Non si tratta comunque di un clandestino, ma di un malvivente entrato regolarmente in Italia grazie ad una direttiva europea del 2014. Un regolamento che permette a qualsiasi moldavo di circolare liberamente nella Ue per tre mesi, senza presentare visti, pur non essendo ancora cittadini europei. In definitiva, non viene fatta alcuna selezione per evitare l’ingresso di moldavi con precedenti o pendenze penali. L’omicida era arrivato in Italia da meno di tre mesi, quindi aveva diritto grazie alla direttiva Ue, di restare in Italia. Giacomo Gobbato, creativo, impegnato e sempre pronto a spendersi per il prossimo, era noto nell’ambiente dei centri sociali del Veneto.
Era un attivista del centro sociale “Rivolta” di Mestre, che ieri per primo ha diffuso la notizia della sua morte tramite i social network. «Questo per noi è il tempo del dolore», hanno scritto. «Troppo dolore, un dolore che toglie le parole. Quello che pensiamo, tutto quello che proviamo, troveremo il modo di dirlo. A breve. Ora diciamo solo che esigiamo di non essere usati da chi semina odio. C'è un colpevole. È una persona, una singola. Non importa dove sia nato o di che colore abbia la pelle». «Era un ragazzo gentile e solare», così lo descrivono altri gli amici, che sottolineano la sua grande passione per la street art e per la musica. Proprio ieri sera il giovane che ha perso la vita per sventare una rapina, avrebbe dovuto suonare con la sua crew, “Four Sound”. I suoi amici, già a tarda sera di venerdì, si erano radunati fuori dall’ospedale, in apprensione per le sorti dell’amico. Ieri sui social gli hanno dedicato decine di post, per ricordare la «bella persona che è sempre stata». Nato nel 1998, figlio di un imprenditore di Jesolo, Gobbato aveva mostrato sin da giovane un grande amore per l’arte e la musica. Diplomato al liceo artistico, si era dedicato in particolare al disegno, specializzandosi nel tatuaggio, una forma d’arte che era diventata la sua professione. Da alcuni anni lavorava in uno studio a Vicenza, dove aveva iniziato a farsi un nome come tatuatore, dimostrando talento.
Nel posto dove è stato ucciso, ieri mattina sono stati lasciati dei fiori e i primi oggetti per ricordare il giovane. Il gesto di coraggio di Giacomo ha scosso l’intera comunità. Il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha espresso il suo dolore e cordoglio per la famiglia del giovane, lodando il suo eroismo: «È sconvolgente che Giacomo abbia perso la vita nel tentativo di aiutare una donna in pericolo. È un atto di straordinario coraggio, che non può e non deve passare inosservato». .
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