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Etica e società, per conversare ci vuole il desiderio di capire l'altro

Steno Sari
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Non è facile conversare (dal latino conversari “trovarsi insieme”, composto di con e versari “dimorare, trovarsi”). Chi è timido va in crisi al solo pensiero di fare una conversazione, specialmente con qualche sconosciuto. Chi è estroverso e sicuro di sé tende a dominare la conversazione, non ascolta e ha difficoltà a far esprimere gli altri. A qualunque categoria apparteniamo, abbiamo il bisogno innato di comunicare e riuscire a conversare contribuisce a soddisfare questa esigenza. Sentiamo la necessità di avere qualcuno con cui poterci confidare con schiettezza, qualcuno con cui condividere i nostri momenti di gioia e le nostre paure più nascoste, qualcuno con cui parlare. Quando ci riusciamo stiamo meglio con noi stessi e traiamo beneficio dal sapere cosa pensano e cosa provano gli altri.

Per migliorare la capacità di conversare è molto importante provare profondo interesse per gli altri. Molti hanno bisogno di sostegno emotivo per riuscire ad aprirsi e a esprimersi. Saper creare un’atmosfera di fiducia e di sicurezza può fare la differenza e in questo contesto è estremamente utile fare domande mirate per conoscere il punto di vista degli altri. Di solito la risposta è più di un sì o un no e anche se l’unica risposta sarà un’espressione di stupore o un sorriso se vogliamo costruire un rapporto non dovremmo scoraggiarci, né mostrare alcun disappunto. In alcuni casi ci vuole tempo e tanta pazienza perché si creino i presupposti per il dialogo. È “una strada a due sensi” i cui elementi essenziali sono parlare e ascoltare.

 

 

 

ATTENTI A CIÒ CHE SI DICE

Per questo motivo le persone più brillanti e loquaci devono imparare a controllare la tendenza a interrompere, a dominare e a monopolizzare le conversazioni. Significa in altre parole stare attenti a ciò che si dice e frenarsi quando verrebbe voglia di aggiungere qualcosa per essere i protagonisti. Il buon conversatore non è egocentrico ed evita di parlare troppo per non diventare antipatico.

Difficilmente si raggiungono buoni risultati se non c’è empatia da parte nostra: è il fondamento della conversazione. È essenziale sviluppare la capacità di capire i sentimenti e il punto di vista dell’altra persona, che si sia d’accordo con essa o no. Questo non vuol dire confondere la comprensione e il rispetto per le opinioni altrui con l’essere d’accordo con tali opinioni. Molti, quando non sono d’accordo, non mostrano comprensione o rispetto. L’empatia va oltre e se svilupperemo la capacità di metterci mentalmente nei panni dell’altra persona ci sentiremo e penseremo come lei.

Riscontreremo che la comprensione per quella persona crescerà più facilmente, anche se non saremo d’accordo con lei. Non è possibile conversare se un baratro ci divide. L’arte della conversazione prevede l’amichevolezza, il senso dell’umorismo e il tatto. Chi impara quest’arte è come un pittore che grazie all’addestramento e alla pratica muove con perizia il pennello sulla tela così da creare una straordinaria opera degna di ammirazione. Non è da tutti.

 

 

 

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