Sangare "cercava la preda facile". Sharon, idenficati i due 15enni. perché ha ucciso lei e non loro
"Cercava una preda facile", Moussa Sangare. Per questo la notte tra il 29 e 30 luglio scorso ha ucciso a coltellate, sorprendendola alle spalle, Sharon Verzeni che stava camminando per le strade di Terno d'Isola.
Sono stati identificati dalla Procura di Bergamo i due minorenni, due ragazzini di 15 anni di Chignolo d'Isola, che hanno incrociato la strada quella notte con il 31enne italiano di origini maliane: "Si è fermato, ha fatto degli apprezzamenti sulla maglietta e poi, andando via, ha mostrato il coltello". Il primo ragazzo individuato dai carabinieri di Bergamo è stato sentito oggi, mentre l'altro minorenne sarà convocato nei prossimi giorni. Il 15enne ha fornito agli inquirenti una descrizione pienamente coincidente con quella di Sangare.
Il killer ora si trova in carcere per omicidio aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi per aver ucciso la barista. Stava girovagando alla ricerca della vittima "più vulnerabile", spiegano gli inquirenti: in 35-40 minuti, ricostruiscono gli atti, aveva adocchiato un uomo fermo in auto in un parcheggio con un pc, un altro chiamato "il pelato", un altro ancora che camminava con una sigaretta, e poi i due quindicenni. Che ha minacciato, mostrando l'arma con cui poi ha colpito, quasi come una sorta di 'prova', una statua. Ci sono stati anche questi due ragazzini tra le sue potenziali vittime e la scelta è ricaduta poi "sul bersaglio giusto", una donna sola, "intenta a guardare le stelle" mentre ascoltava la musica con le cuffiette. Una 'preda' facile' da uccidere "nella più totale assenza di qualche comprensibile motivazione - osserva la gip Raffaella Mascarino, nel provvedimento con cui ieri ha convalidato il fermo e disposto il carcere per il 30enne - in maniera del tutto casuale, assolutamente gratuita per non dire addirittura capricciosa".
Secondo la Gip, lo stato mentale di Sangare era "pienamente integro", come testimoniano gli accorgimenti presi per non essere scoperto, "spesso in preda alla noia", senza un lavoro stabile, e "impregnato dai valori trasmessi" da quel genere musicale tra il rap e il trap "che esalta la violenza, il sesso estremo, l'esigenza di prevalere" sugli altri. Un uomo a cui piacciono i coltelli e le pistole, come ha affermato, che voleva tenere l'arma del delitto "per avere memoria di quello che ho fatto" e che "aveva architettato come passatempo quello di lanciare coltelli a una rudimentale sagoma di cartone". Voleva, in sostanza, "provare realmente emozioni forti, in grado di scatenare nel suo animo quella scarica di adrenalina che" lui stesso "ha cercato di descrivere, seguita da uno stato di benessere e relax". Anche a costo di togliere la vita a una donna, inerme e senza colpe se non quella di essere nel posto sbagliato al momento sbagliato. E soprattutto quella di aver incrociato la persona sbagliata sulla sua strada.