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Moussa Sangare entra in carcere e si scatena l'inferno: cosa gli hanno lanciato

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Moussa Sangare, il 30enne che ha confessato l’omicidio di Sharon Verzeni, verrà trasferito a breve dal carcere di Bergamo a un altro istituto penitenziario, per tutelare la sua incolumità. Nella casa circondariale di via Gleno, infatti - a quanto si apprende - sono state lanciate bombolette incendiarie e c’è stato del nervosismo da parte della popolazione detenuta, al momento dell’ingresso di Sangare.

E ora emergono nuovi dettagli su quella maledetta sera in cui il killer ha ucciso la povera Sharon Verzeni. L'uomo ha vagato per oltre mezz’ora per i paesi della Bergamasca prima di scegliere "il bersaglio più vulnerabile". È quello che sottolinea la gip Raffaella Mascarino nell’ordinanza con cui dispone la custodia cautelare in carcere per il 30enne che ha confessato l’omicidio di Sharon Verzeni. Sangare, infatti - a quanto si apprende da fonti qualificate - prima minaccia i ragazzini, poi prende di mira una persona col computer a bordo di un’auto nel parcheggio del cimitero di Chignolo d’Isola, poi ne punta un altro che definisce 'un pelato'.

 

 

Quindi si concentra su un uomo che stava fumando una sigaretta, poi fa una prova di sgozzamento su una statua di donna a Terno d’Isola e infine vede e sceglie di colpire Sharon Verzeni, l’unica donna incontrata sulla sua strada. "Condotte - viene evidenziato nell’ordinanza - che denotano, ferma la originaria motivazione omicidiaria, come l’indagato abbia a lungo indugiato alla ricerca del bersaglio giusto, alla fine individuato nella povera Sharon Verzeni", una "donna sola", che lui descrive "come intenta a guardare le stelle".

 

 

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