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"Allah akbar": pugno di ferro del Viminale, espulsione diretta

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L’annuncio è arrivato ieri sera dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi: «Uno straniero autore di un’aggressione al grido di “Allah Akbar”, dopo una condanna in Italia per reati contro il patrimonio e la persona, è stato espulso e rimpatriato nel suo Paese di origine». Il marocchino di 35 anni, riconosciuto pericoloso anche in ambito internazionale e già tratto in arresto recentemente per reati contro la persona ed il patrimonio, è stato accompagnato a Casablanca. In passato era stato accusato di aver causato lesioni ad autista di un mezzo di trasporto pubblico in un’altra provincia; in precedenza era stato indagato a Lucca per reati contro il patrimonio e, nel maggio scorso, si era reso protagonista di un grave e violento episodio per il quale è stato tratto in arresto e accompagnato nel Carcere di Lucca.

Nella circostanza è stato accusato di aver procurato, durante una rapina, armato di coltello, gravi ferite a tre connazionali, uno dei quali ha riportato la deformazione permanente del viso. Lo stesso marocchino di 35 anni era noto alle forze di polizia per essere l’autore di un’aggressione con un coltello avvenuta in Francia, urlando Allah Akbar. «A seguito di questo episodio» si legge nella nota della Digos, «il cittadino marocchino è stato costantemente monitorato dagli investigatori della sezione anti terrorismo della Digos che, in sinergia con l’Ufficio Immigrazione, ha contribuito alla buona riuscita dell’operazione che si è conclusa all’aeroporto di Casablanca, dove l’uomo è stato consegnato alle Autorità Marocchine». L’Ufficio Immigrazione della Questura di Lucca, infatti, ha rigettato il rinnovo del permesso di soggiorno e, ottenuta l’autorizzazione dal Tribunale, ha dato esecuzione al decreto prefettizio di espulsione con accompagnamento alla frontiera. Dopo l’udienza di convalida, l’uomo è stato infine rimpatriato.

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