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Sharon Verzeni, l'ultima domanda al suo assassino prima di morire

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Sharon Verzeni non ha avuto tempo di difendersi. Sangare l'ha aggredita nello spazio di pochi secondi e con quattro coltellate l'ha uccisa. Il primo fendente non è stato quello mortale. Le altre tre coltellate invece non hanno lasciato scampo a Sharon che ha provato poi a chiamare i soccorsi ma ha detto solo questa frase al telefono: "Mi ha accoltellato". Moussa Sangare ha di fatto affermato di aver agito senza un movente.

Ma un'esperta come la professoressa Liliana Dell'Osso, presidente della Società Italiana di Psichiatria (Sip), in una nota, come riporta l'Ansa, mette in dubbio la teoria di un omicidio scaturito da prblemi psichici da parte di Sangare: "Non emergono al momento elementi indicativi di una patologia mentale per l'assassino di Sharon Verzeni. Gli elementi che emergono - afferma - non sembrano puntare verso un disturbo affettivo o psicotico in fase acuta, vale a dire verso una patologia mentale, mentre potrebbe emergere un disturbo legato a personalità antisociale che non è motivo di incapacità di intendere o volere. Verso un disturbo legato alla personalità ad esempio sembrano indirizzare la storia di maltrattamenti nei confronti della famiglia, a fronte invece di un profilo sociale di apparente normalità. Ed anche il fatto che sembrasse concentrato sulle armi bianche da tempo, e che potesse esserci una spinta ad aderire, per motivi di immagine, a modelli di trasgressività", ha affermato. Infine emergono alcuni dettagli, dopo la confessione choc di Sangare, sull'omicidio e quegli attimi terribili per Sharon. La ragazza mentre veniva colpita avrebbe detto più volte: "Perché? Perché?". Una domanda che ancora tutti noi ci poniamo. 
 

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