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Moussa Sangare, la rivelazione della vicina di casa: "Perché nessuno deve parlare di raptus"

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Dopo l'arresto di Moussa Sangare per l'omicidio di Sharon Verzeni, stanno uscendo nuovi dettagli sulla vita privata del killer. Soprattutto da chi ha avuto modo di conoscerlo in prima persona. "Noi avevamo paura di lui. Dicevo a mio marito e a mio figlio di stargli alla larga. Era violento". A raccontarlo è Clotilda, una vicina di casa del 31enne italiano di origini nordafricane. La donna, che abita sopra la famiglia del killer reo confesso nel vicino paese di Suisio, lo descrive come una persona "fuori di sé".

"Non era gentile - ha aggiunto la vicina di casa di Sangare -, faceva violenza ai suoi familiari, alle tre di notte sembrava che venisse giù il soffitto. Non si parli di un raptus". Rispondendo alle domande dei cronisti, Clotilda ha poi ricordato pubblicamente l'episodio di alcuni mesi fa, quando il 31enne avrebbe appiccato il fuoco nell'appartamento in cui vivono la mamma e la sorella.

"Lo trovavo qui strafatto nel cuore della notte - ha detto indicando il piccolo cortile interno -, per salire a casa dovevo passare sopra di lui". Numerose le segnalazioni fatte nell'ultimo anno per denunciare la situazione. "Sono andata personalmente dal sindaco, dagli assistenti sociali, ho chiamato i vigili e i carabinieri. Tutti sapevano. Ma qui deve succedere il fatto perché qualcuno intervenga".

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