La mamma nel congelatore: orrore in Sardegna, poi la spiegazione del figlio
Di preciso non si ricorda neanche quando sia successo. Quando, cioè, sua madre sia venuta a mancare. «Era il periodo del Covid, un gennaio», racconta agli inquirenti. Che vuol dire, se va bene due anni fa sennò anche di più. Sarroch, un paesino del Cagliaritano, in Sardegna, poco meno di 5mila abitanti e la signora Rosanna Pilloni, morta durante la pandemia ma non per l’ufficio anagrafe (e men che meno per quello dell’Inps). Circa ottant’anni (indicativamente) e un figlio, Sandro Mulas, 54 anni (i suoi sì, certissimi, dato che è vivo e vegeto) che pur di continuare a incassare la sua pensione ne ha nascosto il cadavere in un congelatore a pozzetto che aveva in casa. Però si sono insospettiti in tanti, a Sarroch. Quando hanno realizzato che la signora Rosanna non frequentava più la chiesa, che a messa non la si vedeva più, che non si presentava nemmeno in farmacia a ritirare quelle medicine che, generalmente, assumeva.
È così una soffiata ai carabinieri ha portato alla luce l’ennesimo (la lista è impressionatamente lunga) caso di truffa aggravata ai danni dello Stato con, in aggiunta, occultamento di cadavere. Mulas, al momento, si è beccato una denuncia: anche perché quando gli agenti sono entrati nel suo appartamento lui li ha lasciati fare. L’aveva messa lì, la madre, nel congelatore, ricoperta di ghiaccio, al pianterreno: alle spalle aveva una situazione di disagio, di forti difficoltà economiche. Ora il corpo della signora Rosanna è stato trasferito all’ospedale Brotzu, dove tra qualche giorno verrà effettuata l’autopsi, per capire se le cause del suo decesso siano state (come parrebbe, almeno per adesso) naturali. Resta l’amaro per una vicenda che è anche (sicuramente) disperazione e dolore e che non è unica nel suo genere.
È stato fatto anche un film, a riguardo, Metti la nonna in freezer, nel 2018, con Miriam Leone e Fabio De Luigi: quella era una commedia, certo, strappava anche più di un sorriso, ma era lo specchio di un fenomeno che, purtroppo, non è così isolato come si potrebbe pensare. A giugno 2024 Angelo Bellanova, un 56enne di Ceglie Messapica, nel Brindisino, è stato condannato a un anno e otto mesi di galera per una vicenda analoga: aveva nascosto, nel freezer di casa, la salma di Maria Prudenzia Bellanova, sua madre, morta nell’autunno del 2022 per cause naturali all’età di 82 anni. Anche Bellanova è stato accusato di occultamento di cadavere e di omessa comunicazione all’Inps, ha percepito (illecitamente) importi pari a circa 1.200 euro. A marzo dell’anno scorso è toccato a Paderno Dugnano, nel Milanese, una storia fotocopia: l’allerta dei vicini di casa, una donna 90enne deceduta, una figlia che aveva detto a tutti di aver ricoverato sua mamma in una rsa del Veneto e, invece, l’aveva sigillata in una cassapanca. A a Corigliano d’Otranto, in Salento, più o meno nello stesso periodo, gli agenti dell’Arma hanno rinvenuto il cadavere di un 84enne in avanzato stato di scheletrizzazione (era avvolto da una coperta accanto a un ventilatore acceso); ad Aosta, nel 2007, stessa scena: il cadavere di un uomo mummificato, morto almeno da tre anni, dentro il freezer del garage a casa del figlio 67enne, bardato con un telo di nylon. Aveva addosso ancora il pigiama.