Bayesian, "È sabotaggio"? Cosa sta emergendo sullo scenario più clamoroso
Sono tanti gli interrogativi a cui ancora bisogna trovare una risposta sul caso dell'affondamento del Bayesian, il lussuoso mega yacht in cui hanno perso la vita sette persone tra cui il magnate Mike Lynch e sua figlia 18enne Hannah.
Dopo l'iscrizione nel registro degli indagati del marinaio di plancia Matthew Griffiths, del comandante James Cutfield e l'ufficiale di macchine Tim Parker Eaton le indagini si stanno concentrando in particolare su cinque punti che potrebbero chiarire quanto accaduto in quella tragica notte del 19 agosto al largo di Porticello (Palermo). Il primo punto su cui gli inquirenti vogliono fare luce è la decisione del comandante James Cutfield di ormeggiare il Bayesian in rada, a circa 300 metri dall’ingresso del porticciolo e questo nonostante le condizioni meteorologiche non favorevoli.
A confermare al Corriere della Sera la posizione del veliero è stato anche Giovanni Lo Coco, un pescatore di Porticello. L'uomo ha detto che il veliero era visibile in lontananza, illuminato e ancorato, mentre il cielo lasciva già presagire la violenta tempesta d'acqua. La domanda sorge spontanea dato che gli esperti di meteorologia marittima avevano segnalato i rischi di una situazione meteorologica avversa. "Potremo sapere cosa è accaduto realmente solo quando il Bayesian sarà tirato a secco, ma che ci sia stato un errore umano, con la sottovalutazione delle condizioni meteo, mi sembra certo", ha spiegato Alexej Paladino Florio che nel 2019 aveva salvato 30 catamarani e gli equipaggi dall'uragano Dorian.
In una intervista a Il Messaggero spiega: "Sicuramente alcuni errori sono stati commessi, la verità e che tutti sapevano che sarebbe arrivata una perturbazione sin dal pomeriggio e normalmente in barca ci si prepara. La notte non la vedi arrivare, ma e un evento prevedibile, quindi bisogna mollare molta ancora e mettere la barca in sicurezza. Non e stato fatto". Il secondo quesito riguarda il ritardo nel lanciare l'allarme. Motivo per cui Matthew Griffiths è stato appunto indagato.
L’ipotesi di un sabotaggio, per ora, è stata esclusa e questo perché nessuno avrebbe potuto prevedere una tempesta di tale entità. Resta inoltre la stranezza che riguarda il fatto che l’equipaggio sia riuscito a mettersi in salvo quasi per intero, mentre tutte le vittime erano passeggeri. Un altro nodo da sciogliere riguarda l’ingresso dell’acqua nella sala macchine per cui infatti è stato indagato Tim Parker Eaton, direttore di macchina, il quale è accusato di non aver attivato i sistemi di sicurezza per prevenire l’allagamento.
Giovanni Costantino, ad della Perini Navi, si legge sul Corriere, ha suggerito che l’acqua potesse essere entrata attraverso il portellone di poppa. Ipotesi confutata da Edwards per cui la porta era troppo vicina alla linea di galleggiamento per essere operativa durante una tempesta. Il terzo indagato. L'ultimo punto riguarda il lancio in ritardo del razzo d'emergenza. Il razzo, infatti, è stato sparato alle 4:16, solo dopo che il veliero era già affondato.