Sardegna, Cala Luna: la spiaggia d'oro contesa tra due Comuni
Ci sono anche le grotte. Ché se da una di queste, in una giornata di sole, ti metti a guardare il mare di un azzurro limpido che s’infrange con piccole onde che schiumano di bianco sulla spiaggia dorata di Cala Luna, non ti sembra nemmeno di essere in Sardegna, ma in un angolo di paradiso. Meta del turismo agostano per eccellenza e a metà strada tra due Comuni, Baunei e Dorgali. Ecco, sono proprio loro, i due municipi, che, da anni, si contendono quella rena da sogno, qualche centinaio di metri di litorale pressoché incontaminato. Litigano, bisticciano, non se le mandano a dire epperò si mandano pure le diffide, quando possono, perché entrambi vogliono gestire Cala Luna.
Mica una spiaggia qualsiasi, nossignori. Tra quella distesa di sabbia sono state girate, tanto per dire, alcune scene del film Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto (titolo quantomai azzeccassimo) di Lina Wertmuller con due indimenticabili Mariangela Melato e Giancarlo Giannini. È iconica, Cala Luna. Unica nel suo genere. In una parola: contesa. Solo nell’estate del 2024 le amministrazioni di Dorgali e di Baunei, come sottolinea il sito di informazione Il Post, si sono scontrate due volte. Perché Dorgali ha introdotto il numero chiuso di presenze sulla spiaggia, però in maniera del tutto autonoma e senza chiedere un parere, nemmeno preventivo, a Baunei; e per via della biglietteria che, di nuovo, il Comune di Dorgali ha installato, qualche settimana dopo, per garantirsi i ticket d’ingresso dei turisti.
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In quest’occasione, l’ultima, a Baunei se la sono talmente presa che hanno mandato, pochi chilometri più a nord, lungo il golfo di Orosei, in provincia di Nuoro, nella sede del palazzo comunale del borgo “rivale”, una diffida ufficiale: via-quel-gabbiotto-per-i-biglietti-o-si-procede-allo-sgombero. È che, suggerisce Angela Testone, che è a Dorgali fa la sindaca, il tiremmolla su Cala Luna è una vicenda «lunga, lunghissima, che esiste praticamente da sempre e procede a ondate». Le ondate, con la calura di questo strascico di fine ferie, ci starebbero anche, è tutto il resto che, semmai, ce lo si gioca tra una lezione di storia un problemino di interpretazione. Che però si trascina dall’Ottocento. Nel senso che a tracciare il confine tra i territori di Dorgali e Baunei è la foce di un torrente, ma l’ultima volta che qualcuno ha provato a definirli è stato nel secolo scorso-scorso.
Non che non ci sia riuscito, solo che dal 1845 nessuno ha più rimesso mano alla pratica e oggi c’è chi l’intende in un modo e chi in un altro. Ossia: c’è chi (Dorgali) sostiene di “avere giurisdizione” sull’intera area, granello di sabbia dopo granello di sabbia; e chi (Baunei) è convintissimo che la competenza di gestione sia da dividersi in due parti uguali. Il risultato è che a Cala Luna, ogni anno, con la bella stagione, prendono la tintarella migliaia di persone del tutto ignare che su quella costa da Eden sia in corso una “diatriba” infinita.
Anche perché nel frattempo, cioè in 179 anni esatti, di cose ne sono cambiate parecchie. Tanto per cominciare s’è fatta l’Italia che poi è diventata una repubblica e proprio una sciocchezza non è, ma lì, a Cala Luna, per andare sullo specifico, le conformazioni geografiche ora sono talmente diverse (questa è la tesi di Stefano Monni, il sindaco di Baunei) e i dettami dell’Ottocento andrebbero rivisti sotto una nuova luce.
Attenzione: sia i rappresentanti di Dorgali che di Baunei hanno a cuore la tutela di quel fazzoletto paradisiaco che si raggiunge perlopiù in barca, ma c’è da aggiungere che la regione non è mai intervenuta, né in un senso né nel suo opposto e che un regolamento, anche intercomunale, non è mai stato raggiunto: e quindi Cala Luna, a tutti gli effetti, è la spiaggia più contesa del Paese. Per una volta, però, non (o meglio, non solo) dai turisti alla ricerca dell’ultimo ombrellone delle vacanze, ma da due amministrazioni locali.