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"Rapita" la Madonna del Col Menador: Zaia è furioso

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A. B.
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Una statua della Madonna sparita misteriosamente dal Col Menador, nel Bellunese, dove era stata collocata a inizio agosto da un gruppo di volontari. Poi la clamorosa rivendicazione sui social, tramite un messaggio pubblicato sulla pagina Facebook di Radio Più, emittente radiofonica della zona: «La Madonnina ce l’abbiamo noi». Il “rapimento” è stato organizzato, hanno spiegato i responsabili, nell’ambito di una battaglia per la «montagna pulita»: «Vi invito alla calma, la statua è con noi e rimarrà in custodia per qualche giorno, poi sarà donata a una parrocchia o collocata presso un capitello, in modo anonimo».


Sulla questione, ieri, è poi intervenuto anche Luca Zaia, governatore del Veneto. Con toni molto duri: «Esprimo una ferma condanna per l’atto vandalico perpetrato contro la statua della Madonnina posizionata sul Col Menador. Come si può arrivare a “rapire” un’immagine sacra, giustificando il gesto con un presunto fastidio che essa causerebbe alla montagna? Questo atto rappresenta non solo un’offesa ai sentimenti religiosi di molti, ma anche una profonda mancanza di rispetto verso la nostra storia e le tradizioni culturali radicate nelle comunità montane del Veneto. Pur riconoscendo il diritto di ognuno a esprimere le proprie opinioni, è fondamentale ricordare che il rispetto reciproco è il pilastro di una convivenza civile.
Giù le mani dai simboli sacri».


Queste azioni, ha aggiunto Zaia, «sono inaccettabili e devono essere condannate con fermezza, poiché minano la coesione e il rispetto che dovrebbero caratterizzare la nostra società. Faccio appello a tutti i cittadini, credenti e non credenti, affinché si uniscano in una riflessione comune sull’importanza del rispetto e della tolleranza».

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