Pietrasanta, "alza le chiappe e sparecchia". Scandalo alla casa del popolo, caso nazionale
Storie di ristoratori e clienti, esperienze di gusto e qualche volta di dis…gusto. Il cliente ha sempre ragione? A questa domanda rispondono diversi ristoratori, intervistati dal Tirreno e che raccontano tante storie di vita vissuta, con un calendario umano di variegata sfumatura.
Il primo a parlare è Alessandro Pipero, tanti anni d’esperienza alla guida di vari locali di Roma: “Il cliente va gestito, ma non è vero che ha sempre ragione. Se supera i limiti, si provvede. Una volta, un cliente era così ubriaco da cadere dalla sedia. Abbiamo chiamato un taxi per riaccompagnarlo in hotel. Ah, a nostre spese ovviamente”.
Matteo Giubilato, gestore del circolo “Casa del Popolo di Solaio” di Pietrasanta, ha vissuto una brutta esperienza. “Un cliente, un uomo di circa sessant’anni, si è rivolto ad una cameriera dicendole ‘alza le chiappe e vieni a sparecchiare’. Per due volte, non una soltanto. Il tutto, davanti a tanti soci e commensali. La cameriera prova a replicare con una battuta, poi si allontana e scoppia a piangere. A quel punto sono intervenuto, ho chiesto spiegazioni al cliente e l’ho invitato ad andarsene, assieme ai suoi amici. Il conto? Non mi interessano i suoi soldi, se ne vada”.
Commenta l’accaduto alla rivista Gusto anche Rudy Travagli, restaurant manager del Gruppo Enoteca La Torre, ma anche presidente dell'associazione “Noi di Sala” e Maître dell’Anno” per la 50 Top Italy Goeldlin Award: “Mai successa una cosa simile, onestamente. In sala serve un grande rispetto in entrambi i ruoli, cliente e lavoratore. Se manca questo da parte del cliente, per come sono fatto non mi piace che il cameriere si metta a rispondere, ma se il cliente supera ogni limite è giusto che si rivolga al maitre. Serve dialogo, in caso di lacune nel servizio, come potrebbe essere un ritardo, è fondamentale anticipare l’eventuale rimostranza, andando al tavolo, magari offrendo un calice o un qualcosa da stuzzicare nell’attesa. L’empatia è il segreto, ed è anche la parte onesta e sincera”.