Allarme sul Lario, tuffi e follie: vite a rischio per un pugno di like
Ormai i social ci hanno abituati a personaggi che pur di catturare un like in più tra i follower si spingono a gesti estremi. L’ultima moda dell'estate è quella di tuffarsi da ponti e costoni in laghi e fiumi. L’allarme lanciato in queste ore dagli Opsa di Lecco, gli Operatori polivalenti del soccorso acquatico della Croce Rossa, è scattato in seguito all’ennesimo video postato online dove si vede un ragazzo che si getta nell’Adda dal ponte Kennedy nel capoluogo lecchese.
Diversi metri di altezza affrontati senza alcun dispositivo di sicurezza ma certo di esser ripreso da una persona amica, cosa che avrebbe permesso di poter pubblicare quel reel che sta facendo migliaia di visualizzazioni su internet. Un gesto pericoloso quanto sconsiderato, probabilmente per l’adrenalina di provare il brivido del vuoto, in un punto dove il Lario diventa Adda, l’acqua è poco profonda e ci sono anche delle forti correnti. «Sono tuffi assurdi e pericolosi - denuncia Alberto Guglielmo, 49 anni, da 30 uno degli Opsa, oggi responsabile degli operatori e istruttore di salvataggio –. Abbiamo deciso di rendere pubblico il video per lanciare un allarme e un appello: troppa gente si tuffa da punti ad alto rischio per la propria incolumità e quella di altri, magari di un’imbarcazione di passaggio. Noi interveniamo per operazioni di soccorso ma ora più che mai è importante lavorare sulla prevenzione. La maggior parte degli incidenti in acqua avviene a causa di persone sprovvedute, che non sanno nuotare o che non conoscono la pericolosità delle correnti. Poco distante da dove si è lanciato il ragazzo, dietro il pilastro del ponte, c’era un mulinello, è stato veramente un gesto insano». Purtroppo non è l’unico caso, pare che quotidianamente sulle sponde del lago di Como ci siano centinaia di tuffatori che senza curarsi del rischio si buttano.
«Non è il tuffo di per sé a creare il pericolo, l’abbiamo fatto tutti almeno una volta, ma la non conoscenza dell’acqua – continua Guglielmo –. Abbiamo voluto dare un segnale di allarme per fare prevenzione, per spiegare che non sarà un like sui social a darci la gloria se non sappiamo cosa stiamo facendo. I rischi sono tre: l’annegamento perché non si sa nuotare o gestire le correnti, l’idrocuzione ossia lo sbalzo termico tra la temperatura corporea e il freddo del lago o fiume, una situazione che può provocare l’arresto cardiaco, e infine la navigabilità. Quando si tuffano da ponti o strade non hanno visuale completa e quindi potrebbe arrivare una barca non vista».
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«Inoltre – spiega sempre il soccorritore della Croce Rossa- il fondale è estremamente irregolare oltre che variabile e potrebbe presentare in alcuni punti degli spuntoni e rocce contro cui ci c’è il pericolo di sfracellarsi». Ferragosto, giornata di gavettoni e ricerca di refrigerio, molti proveranno a bagnarsi lanciandosi in acqua da ogni dove: il consiglio per tutti, da parte degli Opsa, di Areu e della Guardia Costiera è quello di non tuffarsi se non si è certi della balneabilità del posto. «La corrente in alcuni punti è molto forte e riduce la capacità della nuotata – aggiunge Guglielmo – e in alcuni casi non è nemmeno semplice intervenire: molte zone litoranee risultano inaccessibili da terra, si può arrivare solo in barca oppure calandosi dall’alto da un elicottero con il verricello».
Gli Opsa di Lecco sono 42 volontari certificati 118 con brevetto per il salvataggio in acqua, dieci operatori di sicurezza acquatica, che si muovono su tre natanti coordinati dalla Guardia Costiera. Cercano di monitorare il Lario su tutte le sue sponde ma non sempre riescono a intervenire per evitare idee folli di giovani locali e turisti in cerca di avventura. Lecco però non è l’unico scenario di tuffi estremi, casi simili sono stati registrati anche a Dervio. «Basta uscire in barca ed è frequente vedere azioni pericolose – conclude - per esempio alla galleria di Parè al Moregallo o ad Abbadia Lariana dove c'è un palo della navigazione sul quale più di una persona si arrampica e si butta in acqua. Noi arriviamo ma non sempre in tempo. Spero che la nostra segnalazione serva a dissuadere chiunque oggi voglia sfidare se stesso e la sorte solo per goliardia e un pugno di like».
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