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Angelo Bonelli vuole abolire gli ombrelloni: la folle crociata in spiaggia

Angelo Bonelli

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I balneari devono essere antropologicamente di destra. Altrimenti non si spiega l’astio con cui vengono trattati dalla sinistra. Basta pensare alle dichiarazioni rilasciate l’altro giorno dal leader dei Verdi, Angelo Bonelli. Il quale, oltre a proporre di triplicare il canone pagato dai concessionari, chiede pure che i due terzi delle spiagge italiane siano libere. Insomma: i litorali, fosse per lui, sarebbero “balneari free”.

«Porteremo avanti ancora più convintamente la nostra proposta di legge che prevede quattro passaggi essenziali» ha spiegato il giorno dello sciopero dei gestori degli stabilimenti, «la triplicazione dei canoni, 70% delle spiagge libere, che le nostre coste vengano dichiarate beni inviolabili e comuni, per restituire il mare ai cittadini senza discriminazioni di sorta e stop privatizzazione spiagge».

Ma non c’è solo Bonelli a fare la guerra ai bagnini. Pure l’eco-ansioso Mario Tozzi li vede come fumo negli occhi. In un recente articolo su La Stampa, il geologo e divulgatore scientifico, dismessi i panni di cassandra della catastrofe climatica imminente, declama che «le coste italiane vanno restituite ai legittimi padroni: tutti noi». E sì, perché insomma non è possibile che le spiagge siano oggetto di «un’occupazione senza paragoni». Anche perché, dice Tozzi, i balneari sono pure dei furbetti che le tasse, quelle poche che dovrebbero pagare, non le pagano nemmeno («lo scontrino fiscale non è proprio un’esigenza facilmente riconosciuta sulle nostre spiagge»). Che poi bastano i numeri (quelli di Tozzi): circa 100 milioni di euro i canoni versati dai concessionari, su un fatturato di 30 miliardi di euro.

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