Sharon Verzeni, il compagno: " Prelevato dai carabinieri nella notte, mi dicevano: dicci cos'è successo"
Sergio Ruocco ora parla di quelle ultime ore in cui ha visto la sua compagna Sharon Verzeni. Rimasto solo a casa a dormire, incredulo è stato svegliato dai carabinieri che avevano appena scoperto il cadavere della 33enne. Al Corriere della Sera, in una lunga intervista, prima di tutto si lascia andare a uno sfogo: "Non ci dicono niente e, comunque, ora, ci consigliano di rimanere in silenzio. Quello che sappiamo lo leggiamo online e sui giornali, e non sempre è corretto. Ad esempio che io non volevo sposare Sharon. Non è così. Avevamo appena finito il corso per fidanzati e volevamo prenderci il tempo per organizzare con calma il matrimonio nel 2025. Stavamo iniziando a guardare i ristoranti". Poi parla delle ipotesi sull'omicidio: "Non capiamo. I primi giorni ho pensato agli spacciatori in piazza. Ho pensato che lei avesse visto qualcosa che non doveva vedere, ma adesso non ci credo più. Gli spacciatori fanno le loro cose e non ti guardano nemmeno".
A questo punto ricostruisce quell'ultima sera in cui ha visto Sharon viva: "Abbiamo guardato la televisione, ma non c’era niente di bello e allora io ho visto due cose di lavoro sul telefonino e poi sono andato a dormire. Lei aveva tre giochi sul cellulare e si era messa a giocare, forse è uscita tardi per quello". Infine parla di come ha appreso della notizia della morte di Sharon: "Rispetto a quello che ha passato Sharon non è niente. Continuavano a chiedermi “devi dirci tu cosa è successo”, ma io come facevo a saperlo? Non mi rendevo conto al momento, ho capito dopo che dovevano fare così. Quello che mi dispiace è avere saputo che era morta solo alle quattro del pomeriggio successivo. Poi, mi hanno detto: “Adesso puoi andare a casa, torna alla tua vita”. Ma io a quel punto avrei preferito che mi tenessero lì, ad aiutarli. Se non mi avessero accompagnato i carabinieri a casa di mio padre, non so se ci sarei arrivato".